Muos, militari statunitensi potrebbero presto entrare in campo, in anteprima, l’indagine di Report
La questione del Muos di Niscemi sarà discussa a giugno ma nel frattempo, le manovre a Palermo, Roma e Washington non lasciano presagire nulla di buono. Se da un lato l’Avvocatura dello Stato ha dimostrato di voler proseguire nella costruzione del MUOS a Niscemi, facendo appello al TAR per annullare la delibera della Regione Sicilia che ordina lo smantellamento della base, la visita a sorpresa dell’ambasciatore statunitense alla base, il giorno del rinvio della sentenza, apre scenari preoccupanti.La sensazione netta è che la base possa venire ulteriormente militarizzata per impedire ai camion che trasportano materiali di essere bloccati lungo la strada. L’escalation è già in atto e dopo le mamme anti-MUOS ed i pacifisti che si stendono per strada (e vengono poco gentilmente trascinati via), continuano a spuntare chiodi e altre possibili armi da guerriglia.
Per questo motivo da Washington potrebbero benissimo mettere in campo la squadra speciale di 500 marines spedita a Sigonella, inizialmente schierata per pronti interventi in Libia, dove si assiste ad un’escalation di violenza contro il governo insediato. L’impressione che traspare è che il TAR dia ragione all’Avvocatura dello Stato, scatenando una vera e propria questione nazionale ed internazionale.
La palese violazione dello Statuto Speciale Siciliano sarebbe infatti seguita dallo schieramento di forze militari USA a protezione della loro base sul suolo italiano. Non è ancora chiaro se gli USA porteranno con loro alcuni dei nuovi mezzi di dissuasione per disperdere le folle, basata su una tecnologia a microonde che è la stessa utilizzata sul MUOS.
Le microonde erogate dal mezzo agiscono sulle particelle d’acqua dei corpi generando una sensazione di improvviso ed intenso calore che serve a disperdere una folla ostile. Nel caso del MUOS queste stesse microonde sono estremamente più potenti ed in grado di sciogliere una persona in pochi secondi. Al momento, i rischi sono legati ad un’esposizione diretta di queste onde sui centri abitati ma persino il Politecnico di Torino, non è in grado di stabilire a priori se possono esserci altri effetti non noti che aumentino i rischi di elettrosmog mettendo a rischio la popolazione.
La questione diventa quindi legata al rispetto ed al possibile cambio in corso d’opera di accordi internazionali, già stipulati. La materia è estremamente delicata, per citare un esempio, mentre per la TAV sulla tratta Torino-Lione basta il disimpegno di una delle parti, nel caso dell’installazione militare a Niscemi, oltre alla Regione Sicilia, lo Stato Italiano e gli USA, interviene anche la NATO ed occorre trovare un accordo comune con tutte le parti.
Accordo che non sarà facile da trovare e su cui anche lo staff di Milena Gabanelli ha deciso di indagare, ecco una preview di quanto andrà in onda il prossimo 26 maggio su Raitre:
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