Basta parlare di tragedie del mare, l’indifferenza ha già fatto troppi morti
E’ da circa una settimana che dalla Sicilia arrivano notizie tremende di scafisti senza scrupoli che frustano migranti che hanno pagato anche fino a 5.000 euro per scappare da morte e miseria, vengono gettati in mare ed affogano. Vengono dalla Somalia, dall’Etiopia, dalla Siria, da luoghi del mondo dove vivere un giorno in più è un qualcosa di estremamente difficile, hanno attraversato continenti per morire qui, alle porte di una nuova vita. E poco importa se Papa Francesco ha chiesto di intervenire, non è da questa estate o nell’ultima settimana che il Mediterraneo si è riempito dei morti dell’indifferenza.
Solo oggi se ne contano 90 e 250 dispersi, ma sono migliaia quelli lasciati morire. L’Italia è appena uscita rafforzata da un travagliatissimo voto parlamentare, ha un governo e assumerà nel 2014 la presidenza per un semestre dell’Unione Europea. E’ il momento di ricordare con forza che siamo la frontiera sud dell’Europa e in base ai trattati stipulati, i problemi alla frontiera sud dell’Italia sono i problemi dei 28 paesi dell’Unione Europea. Non c’è spread o spending review che tenga, non conta nemmeno far finta di nulla e girarsi dall’altra parte, disattendere ai trattati europei comporta sanzioni e in tema di immigrazione, occorre rispettare le regole stabilite.
Le tragedie degli ultimi giorni devono essere lo sprone per porre fine a questo scempio di cui tutti, per diversi aspetti, siamo complici. L’ignavia e l’indifferenza fanno più morti delle cattive politiche. Per una volta, è bene lasciare da parte le battaglie ideologiche e schierarsi per una battaglia umanitaria.
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