Parola d’ordine: moderati. Ma al momento, si va verso un pareggio paralizzante
Per rassicurare l’elettore italiano, la parola d’ordine di queste elezioni sembra essere “Moderati”. Con Monti, per fermare il declino, per ripartire, moderati arrabbiati, diversamente ilberali, centrosinistra moderato, sinistra moderata, radicali moderati per il futuro, etc…La moderazione innanzitutto. Salvo poi la lista civica di Ingroia che al grido “Rivoluzione Civile” con tanto di Quarto Stato sullo sfondo, sembra essere l’eccezione che conferma la regola.
A quasi un mese e mezzo di campagna elettorale prima del termine, la situazione che emerge dai sondaggi, consegna una coalizione di centro-sinistra in forte vantaggio su tutte le altre, con stime che vanno dal 38% al 40%, Â con il debutto di Centro Democratico, formato da Tabacci e Donadi dato al 2%, mentre Sel si attesta tra il 5% ed il 6%.
A sorpresa, la coalizione Monti si attesta al 16%, con la lista creata attorno all’ex premier in grado di attirare il 10% di consensi, risucchiando voti all’UDC stimato intorno al 4%, con FLI fermo al 2%.
Al momento, l’unico partito in grado di superare il 27% è la coalizione PDL-Lega Nord, che però necessita di continui innesti di piccoli partiti per raggiungere e superare il 20%. Se da solo il PDL valeva più del 30%, con la caduta libera di consensi sono stati necessari gli innesti di Grande Sud, MIR (di Samorì), Repubblicani e Fratelli d’Italia di La Russa. La vittoria è praticamente impossibile e solo un’alleanza con la coalizione Monti potrebbe realmente fermare l’avanzata del centrosinistra.
Il Movimento 5 Stelle, dopo aver raggiunto il 18%, precipita e si attesta al 13%, diventando il terzo partito italiano, mentre la lista di Ingroia, da solo, vale il 2%.
La situazione più a rischio è al Senato, dove il voto potrebbe portare ad un sostanziale pareggio con la lista Monti che sembra correre per bloccare la costruzione di una maggioranza. Con il Movimento Cinque Stelle sopra il 10% e senza un accordo possibile con il PDL e la sua coalizione, il centro-sinistra dovrà superare il 40% complessivo dei consensi per poter governare con un governo stabile. Lascia qualche perplessità la scelta di componenti del mondo di Confindustria, tentati poi dal salto nella lista Monti appena eletti.
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