Siria, Italia e USA già schierate in guerra, ma non ufficialmente
Come accaduto altre volte in passato e come già visto prima dell’inizio delle operazioni militari in Libia l’anno scorso, i servizi di intelligence di mezzo mondo si sono già riversati da tempo in Siria, per appoggiare e favorire i movimenti militari e politici sorti contro il regime di Hassad. Tra i primi a farsi scoprire, risultano 4 agenti dell’Aise sotto copertura.
La storia dell’intera operazione è finita online e ve la riassumiamo qui. Da una collaborazione tra Aise e Cia furono contattati quattro mercenari arrestati nel luglio scorso in Libano, di ritorno dalla Siria, alle prese all’epoca con una grave crisi con la Turchia. L’episodio è rimasto praticamente sconosciuto in Italia, dove la cronaca nazionale assorbe la quasi totalità dell’informazione, ma pare che per la liberazione dei quattro “mercenari” siano intervenute sia l’ambasciata statunitense a Beirut, nella persona di Maura Connelly, sia di personale dell’ambasciata italiana.
L’azione, non giustificata ovviamente da USA e Italia, prevedeva l’uso di passaporti italiani con l’uso di nomi anglofoni e una serie di spostamenti su fuoristrada notata dai miliziani dell’area nord della Bekaa. Un vero e proprio blitz, dato che “l’incursione” dal Libano verso la Siria e ritorno è durata solo due giorni. I movimenti sono stati notati dall’intelligence libanese che ha preventivamente posto sotto interrogatorio i quattro, rendendo necessario l’intervento delle ambasciate. Oltre gli ispettori ONU le intelligence monitorano la situazione, tenendo d’occhio la situazione sul campo e preparandosi ad eventuali altre azioni.
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