Droga in Parlamento, e se il postino fosse realmente il pusher dei senatori? Ecco l’indagine
Per fare una prova occorrono almeno tre indizi, in questo momento però abbiamo raggiunto quota 2. Se i nostri politici in questi anni non si sono fatti mancare niente (tangenti, puttane, trans, posti pubblici venduti a parenti, parlamentari e consiglieri eletti tra le escort di fiducia) uno dei capitoli che mancava dopo i festini era proprio la droga. Ecco quindi spuntare il postino del Senato in giro con le auto blu per spacciare la droga proveniente da un gruppo di albanesi. Ma se lavorava in Senato, chi potevano essere i suoi clienti di fiducia?
Facciamo un passo indietro, anzi, facciamone due. Nel 2006 il programma Le Iene lancia una provocazione che si rivela essere una delle inchieste giornalistiche più scandalose degli ultimi 20 anni. Mentre in Parlamento infiamma la discussione sull’inasprimento delle pene per chi fa uso di droghe, Le Iene sottopongono i parlamentari a dei test antidroga. La sorpresa non è stata trovare un parlamentare su tre che faceva uso di droghe, leggere e pesanti, ma il putiferio scatenato dopo, con Le Iene costrette alla censura, a pagare una penale e a distruggere tutti i campioni, raccolti in maniera anonima e quindi senza lesione della privacy.
A sei anni di distanza, molto probabilmente, la guardia di finanza ha arrestato uno dei pusher che portava la droga direttamente tra le aule del Senato. In un altro paese il dubbio non sarebbe nemmeno venuto, ma visto il precedente e la tempestività nel cercare di insabbiare tutto sei anni fa, qualche legittimo sospetto viene.
Per poter portare avanti l’indagine, di competenza della Procura di Roma, si potrebbe partire proprio dalle auto blu. A chi appartenevano le auto pagate con i soldi dello Stato, utilizzate dal postino del Senato per acquistare la droga? L’auto blu era dotata di autista? E se sì, l’autista sapeva di muoversi per incontri con degli spacciatori?
Andando avanti nelle indagini, si potrebbe anche indagare sulla clientela del postino. Se davvero acquistava la droga durante l’orario di lavoro, ne nascondeva una parte in Senato per essere sicuro di non subire controlli? Dopo i recenti scandali della regione Lazio, i partiti passerebbero dalla scandalo Polverini alla scandalo…polverina
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