Indignados, se la lotta è per dirottare i soldi europei al paese e non alle banche
Per descrivere quello che è successo ieri in Spagna, di cui gli echi sono stati avvistati più nelle borse europee che nei canali di informazioni tradizionali, partiamo da una storia raccontata da Roy Paci, il noto musicista siciliano, sempre attento alle vicende sociali.Â
Ieri quest’uomo, Alberto Casillas, un cameriere di una pizzeria, si è opposto all’irruzione della polizia che era pronta ad assaltare un locale dove si erano barricati gli Indignados che protestavano a Madrid contro i tagli del governo Rajoy, intento a dirottare i 600 milioni di euro provenienti dall’Unione Europea alle banche afflitte da titoli tossici.
Ho votato per Rajoy, ma questo non è il tipo di governo per il quale ho votato
Partendo dalle parole di Alberto Casillas possiamo capire la storia di un paese che sta lottando per cambiare e sta cercando di mandare una lezione al resto d’Europa. Sui mercati internazionali si avverte l’urgenza di capire quali paesi usufruiranno del meccanismo di stabilità europea, in grado di tenere a galla le banche europee ma che al momento non ha prodotto alcun vantaggio immediato per i paesi coinvolti.
Fino a due decenni fa lo scontro politico fra due ideologie dominanti, quella liberista e quella socialista, aveva prodotto due visioni del mondo e due possibilità diverse ma complementari, per costruire una casa europea solida. La crisi delle ideologie e quella economica, ha appiattito la visione del mondo verso un’unica strada. I laburisti inglesi e gli ex socialisti italiani (oggi diventati democratici) hanno acquisito alcuni capisaldi liberisti, mentre ex liberisti continuano a pentirsi e a proporre ricette quasi da no global (il caso Tremonti è quello più eclatante).
La ricetta Monti-Merkel-Draghi, fatta di rigore dei conti, sostegno alle banche in difficoltà e flessibilità totale nel mondo del lavoro non hanno dall’altra parte una proposta politica diversa. I governi di centrodestra e centrosinistra sono sostanzialmente schiacciati da questo modo di affrontare la crisi e le uniche proposte alternative non arrivano dai vecchi partiti, ma da quei movimenti “populisti” che il premier italiano…voleva bloccare per evitare la crescita dell’Eurozona.
L’equilibrio in politica nasce dal confronto costante tra due pensieri opposti che si scontrano e si smussano a vicenda dando la possibilità di nuove soluzioni a problemi vecchi. Migliaia di spagnoli stanno cercando di far ragionare il governo spagnolo sulla necessità di dirottare i 60 miliardi di euro arrivati direttamente sulle infrastrutture e sulle aziende spagnole, senza passare dalle banche che hanno divorato trilioni di euro senza rimettere in moto l’economia. Se le banche non fanno il loro mestiere fino in fondo, un paese non può essere mandato allo sbando solo perché un dirigente che guadagna cifre mostruose annualmente “ha paura che la crisi prosciughi la liquidità immessa nel sistema”.
Al momento l’investimento più sicuro, per evitare lo sperpero di questo denaro, è l’investimento diretto in attività produttive che si muovono nell’ambito dell’economia reale, non sul mercato finanziario. Gli utili ed i profitti non sono immediati, ma è l’unico modo per uscire dalla crisi sfruttando appieno le possibilità aperte da un mercato con prezzi bassi.
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