Nonostante le indicazioni della Troika, la Corte dei Conti greca giudica incostituzionale la riforma delle pensioni

Il dilemma non è soltanto legislativo, ma apre una considerazione molto importante e grave che nessuno a Bruxelles sembra aver considerato. La riforma delle pensioni approvata per raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla troika (FMI-UE-BCE), è stata considerata incostituzionale dalla Corte dei Conti greca. Praticamente, per rispettare gli accordi imposti da Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea, bisogna violare la legge.

Quanto è democratico un procedimento forzoso di riscossione dei tributi? E’ possibile dover distruggere il sistema pensionistico di un paese calpestando le loro costituzioni, distruggendo qualsiasi forma di tutela statale gettando migliaia di persone sull’orlo della povertà assoluta?

La situazione paradossale è che in queste condizioni la Grecia necessita di 32 miliardi di euro di aiuti immediati e con la polverizzazione delle strutture produttive statali ha serie difficoltà a ripianare il proprio debito, né è certo possa riuscirci.

Seguendo il metodo della troika, per fare un esempio alla portata di tutti, è come se alla Grecia fosse stata tolta la casa e l’auto e per poter pagare i propri debiti deve continuare a lavorare incessantemente, senza poter tenere quasi nulla per sé. In queste condizioni i movimenti neo-nazisti ed i partiti estremisti, di destra e sinistra, hanno preso forza e minacciano seriamente la stabilità politica dell’intera area.

Esistono però altri metodi di affrontare la crisi, altri paesi in condizioni simili, se non peggiori, hanno deciso di reagire. Nelle prossime settimane, vi illustreremo tutte le “ricette alternative” per affrontare la crisi economica ed uscirne a testa alta, con le tasche in grado di contenere qualcosa e senza dover rinunciare ai diritti acquisiti con tanta fatica nel corso del secolo scorso.