Mazzata sulla ripresa europea. La via d’uscita è chiusa dall’intransigenza della Merkel
Il declassamento del rating francese secondo Moody’s potrebbe essere il primo passo per un declassamento generale delle altre agenzie di rating nei confronti dei vari paesi dell’Unione Europea, Italia compresa, dato che Fitch ha già sospeso a tempo indeterminato il calcolo del rating per il nostro paese a causa dell’inchiesta della procura di Trani. Questo avrà delle ripercussioni immediate sulla Grecia, su cui fino a ieri si guardava con ottimismo e soprattutto sulla Spagna, che sta facendo di tutto per non ricorrere al fondo salva-stati, per paura di rimanere stritolato dalla morsa del debito come accaduto ad altri paesi.
Paradossalmente, il comportamento della Spagna, sta incominciando a insospettire gli investitori che aldilà della dotazione, iniziano a credere che il meccanismo di pagamento dei debiti iniziali sia stato progettato così male da affogare i paesi che ne fanno richiesta.
Non esattamente un’impressione del tutto sbagliata, ma con la Germania che paralizza la creazione degli eurobond e di un’agenzia di rating europea, la pressione sui paesi alla periferia di Bruxelles, inizia a farsi pesante. Il Regno Unito cerca di svincolarsi da qualsiasi impegno, in nome della storica indipendenza a cui non rinuncerà mai, mentre in Germania la crescita economica ha subito una brusca frenata, causata dai primi segni di recessione che iniziano a bussare alle porte della locomotiva europea.
Molto dipenderà dalle parole di Mario Draghi, presidente della BCE, atteso in questi giorni per una sua presa di posizione nei confronti delle prossime mosse della troika, ma l’impressione è che con la Merkel alla guida della Germania, l’Unione Europea sarà più concentrata a limitare i danni piuttosto che a proporre misure concrete per uscire dalla crisi.
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