Crisi del settore auto? Dipende dal marchio e dal paese

Il mercato dell’auto continua la sua crisi nera. Dopo 14 mesi consecutivi di perdite, il mese di novembre segna il secondo peggior risultato, con perdite a due cifre che complessivamente superano il 14%. Leggermente sopra la media FIAT che registra perdite superiori al 16%. Ma non tutte le case automobilistiche piangono, mentre anche la leadership tedesca inizia seriamente a scricchiolare.

Per la prima volta i marchi tedeschi registrano una leggera flessione, mentre volano gli acquisti di macchine diesel e fuoristrada al punto da far registrare dati di vendita maggiori delle macchine del segmento medio. Anche i dati sulla CO2 sono dati in leggero calo rispetto al totale delle macchine immatricolate ad Euro 5, con un complessivo miglioramento dell’efficienza ambientale dei nuovi mezzi immatricolati.

Alle spalle della Germania il mercato inglese si conferma per il nono mese consecutivo quello più in crescita, con un +5,4% su base annua e quasi 2 milioni di auto vendute, grazie soprattutto a bassa inflazione, nuovi modelli innovativi, ottime offerte commerciali e generale andamento del lavoro nazionale dato in crescita.

Precipita invece il mercato francese, con un calo del 13,8% accentuato dalla scelta del governo francese di garantire incentivi solo per auto ibride ed auto elettriche. Una decisione che pesa sui conti attuali delle case automobilistiche francesi ma che dovrebbe pagare alla distanza, con i grandi marchi storici gettati ormai sul nuovo segmento. Al momento però l’intera manovra pesa sul 2,6% del mercato totale, un dato troppo basso per poter registrare sensibili novità.

Situazione opposta in Spagna dove il fondo per gli incentivi varato ad ottobre è stato usato quasi per metà, con 40.000 prenotazioni acquisite in grado di prosciugare le agevolazioni entro gennaio e non entro marzo come previsto dal governo. Nonostante questo, solo il 50% delle auto spagnole appartengono alle famiglie, il resto è di proprietà delle aziende, mentre la forte disoccupazione non lascia prevedere dati di vendita buoni per il 2013.

Discorso differente per il settore extralusso, con un vero e proprio boom di vendite per la Porsche che solo nel mese di novembre ha registrato un balzo di +8,5% di vendite rispetto al miglior dato del 2011. A garantire questo risultato la crescita di Cina e dei mercati asiatici e del ritorno del mercato USA, con la Porsche, interna al gruppo Volkswagen che mira a superare quota 200.000 auto costruite per il 2013.

Capitolo a sé merita l’Italia. Per dare una cifra della crisi del mercato automobilistico italiano, che qui risponde solo al nome di FIAT, basti pensare che in Germania si registrano cali per produzioni di  2.878.173 immatricolazioni, in Francia 1.738.446 sono considerati un dato fortemente negativo mentre la Spagna in crisi ne stima 680.000 per il 2013.

Nel Belpaese nel 2012 si sono registrate solo 1.400.000 nuove immatricolazioni, per un calo del 20% del mercato globale. Un dato che ci porterebbe ad essere i terzi produttori di auto in tutta Europa, con dati non così preoccupanti come in Spagna ma che lascia più di qualche perplessità sulla possibilità di espandere ulteriormente un mercato che da noi continua a crollare, senza che si intravedano soluzioni nel medio periodo.