Aumenta la quantità della vita ma non la sua qualità . Questa volta, arriva la conferma
La medicina questa volta dovrà confrontarsi con una triste verità . Il miglioramento delle condizioni di vita generali, dovute ad una migliore alimentazione e ad una conoscenza maggiore delle malattie e di come curarle, hanno portato l’organismo umano ad un nuovo limite che non si riesce a valicare senza che la qualità stessa della vita non decresca.
Abbiamo guadagnato 10 anni di vita in più ma complessivamente il mondo è più malato di prima. E le malattie cambiano, diventando sempre di più croniche e spesso difficili da curare. Diabete, cancro e malattie degenerative sono in crescita ed i guadagni derivanti dalla cura continua e sostanzialmente infruttuosa di queste nuove malattie del benessere, hanno attivato un meccanismo infernale.
Se per alcune di esse le cure sperimentali iniziano a diventare efficaci, si scontrano contro una serie di resistenze derivanti dagli interessi delle grandi case farmaceutiche che al momento guadagnano molto di più da cure infruttuose e costanti. Anche le ricerche nei campi delle malattie croniche sono più difficili da avviare e da portare avanti.
I dati provengono dalla ricerca avviata da Lancet che ha riguardato ben 178 paesi e ha sostanzialmente confermato con dati alla mano quanto era già noto negli ambienti accademici da qualche tempo. Negli ultimi 20 anni ad esempio, la prospettiva di vita si è allungata di 5 anni ma ben 4 di questi risultano praticamente debilitati da malattie croniche.
A questo punto, mentre si inizia seriamente a valutare il costo del Servizio Sanitario Nazionale sia in Italia che nel resto del mondo, occorre chiedersi cosa ne è del giuramento di Ippocrate, qual è il compito della medicina nei prossimi 20 anni e se occorre davvero allargare il proprio quadro di conoscenze ai settori limitrofi alla medicina occidentale per poter puntare ad un aumento anche qualitativo della vita dei pazienti in tutto il mondo.
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