Sono 230 mila i precari nelle pubbliche amministrazioni che non avranno il rinnovo entro fine anno

Per molti si tratta di bufale ma per i precari della pubblica amministrazione italiana, l’ultimo giorno del calendario del 2012 è davvero un punto di non ritorno. Secondo una stima della CGIL sono ben 230.000 i contratti precari in scadenza il 31 dicembre di quest’anno ed ognuno di essi andrà a sfoltire il personale pubblico, ben al di sopra dei tagli anticipati via twitter dal Ministero della Funzione Pubblica.

Una bomba sociale che andrà sicuramente ad incidere parecchio sulle scelte del governo Monti da qui alla fine anticipata della sua legislatura. Approvata ieri sera la manovra di stabilità, l’ultimo scoglio da superare è la legge elettorale, finita la quale Napolitano potrebbe sciogliere le Camere.

E a quel punto, non ci sarebbe più tempo per cercare di risolvere in extremis la situazione di 160.000 dipendenti della scuola, tutti in scadenza di contratto e non riassorbibili dal nuovo concorso ministeriale, con danni a tutti i settori pubblici, difficilmente quantificabili. Verrebbe a mancare personale dagli uffici ministeriali, dagli enti pubblici, dalla già citata scuola, ma anche da università e ospedali, con 10.000 medici precari e altri 30.000 del reparto socio-sanitario gettati in mezzo ad una strada.

Una quantità impressionante di giovani che non potranno costituire famiglie, giovani coppie che dovranno pesare sulle pensioni dei genitori ed in generale un quadro desolante che si ripercuote a catena su più di due milioni di persone, coinvolte direttamente o indirettamente da questo provvedimento.

Se infatti aggiungiamo alle attuali categorie scioperanti anche queste due milioni di persone, troviamo un settimo del paese pronto a manifestare pubblicamente la propria contrarietà alle attuali politiche di austerity che stanno lentamente ed inesorabilmente, strozzando la crescita in Italia.