Spread basso e Borsa di Milano che vola, ma le famiglie sono più povere
Alla fine di due anni pesanti, con turbolenze provenienti dal mondo della finanza che dal 2010 ad oggi sono state assorbite dai vari stati nazionali, un dato salta all’occhio. Mentre lo spread torna ai livelli di luglio 2011 e la borsa di Milano torna a crescere, con un boom di utili provenienti dai titoli di Stato, le famiglie italiane si impoveriscono e perdono il loro potere d’acquisto.
La crisi dell’economia finanziaria ha distrutto le economie reali e ha inceppato il circolo che porta i capitali dalle banche nelle tasche delle famiglie e delle aziende, vero e proprio volano per la crescita.
I dati sono inquietanti. I prestiti a società non finanziarie sono calati del 3,4%, quelli alle famiglie non decollano e continuano a decrescere, mentre si preferisce non accendere nuovi mutui. La disoccupazione è ai suoi massimi e persino il consumo di energia elettrica scende ai livelli del 2004.
Nonostante le fluttuazioni del mercato, i dati economici parlano chiaro. L’economia reale risente prima degli effetti negativi dell’economia finanziaria e stenta a riprendersi. La pressione fiscale ufficiale, al momento, è al 41% ma al dato reale non è stato aggregato il peso dell’evasione fiscale che porta la pressione fiscale a punte, non ufficialmente riconosciute, del 58%, senza avere la stessa qualità di servizi dei paesi scandinavi.
Inizia a segnalarsi qualche segnale di timida ripresa ma con una leggera crescita dell’inflazione, si attende una riduzione della pressione fiscale che vada di pari passo ad una crescita dell’occupazione, specialmente quella giovanile che garantisce il corretto funzionamento del servizio pensionistico e del Servizio Sanitario Nazionale, due delle principali voci di spesa dello Stato.
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