Il DNA raccoglie informazione, quello che non sapevamo è che può accogliere quella digitale
Una stima alquanto precisa ha quantificato in 3 zettabyte la quantità di informazione prodotta del genere umano fino ad oggi, una stima ovviamente in rapida crescita. Per capire di cosa stiamo parlando, provate a pensare a qualcosa come 3 mila miliardi di miliardi di byte e provate ad immaginare di doverli stipare in una biblioteca. Ad oggi, non esiste un’unica biblioteca per contenere tutto ciò ma tutti questi dati sono l’insieme di tutti i dati della rete Internet e di tutto quello che è contenuto nelle biblioteche e nei libri personali di tutto il genere umano.
A questo punto, prendete una molecola di DNA. Come è noto dal 1953, è il DNA che contiene l’informazione biologica per sintetizzare la vita e produrre…noi e tutto ciò che si muove su questo pianeta. Ma se il DNA è un contenitore di informazione, può contenere informazione digitalizzata?
La risposta a questa domanda è arrivata quando dal laboratorio britannico dell’ European Bioinformatics Institute di Hinxton sono partite due provette contenente sequenze di DNA manipolate in laboratorio e sono state aperte da due istituti, uno negli USA, l’altro in Germania, all’ignaro del loro contenuto.
L’unica raccomandazione è stata quella di usare un particolare apparecchio biotech, in possesso ancora di pochi ospedali, il risultato, ha lasciato senza parole tutti e tre gli istituti di ricerca coinvolti.
All’interno delle molecole di DNA era stato possibile inserire 739 kilobyte di informazione contenente il discorso di Martin Luther King “I have a dream” in formato mp3, i 154 sonetti di Shakespeare con l’articolo di Watson e Crick che annuncia la scoperta del DNA in formato pdf e un’immagine ad alta risoluzione dell’istituto di ricerca britannico in formato jpeg.
Una scoperta che apre scenari sterminati alla ricerca biomedica e che risolve in un colpo solo i problemi di storage di dati, più facili sia da tenere che da conservare, senza lo spreco della quantità di energia elettrica usata ora. Basterà infatti tenere questo materiale genetico in un ambiente in grado di garantirne la sua consistenza e al limite riprodurlo in vitro.
E se volessimo “innestarci” un organo apposito o un dito in cui contenere tutto lo scibile umano, la prospettiva non sembra più così irraggiungibile. Al momento, in una superficie ad una tazza da thé è possibile inserire “solo” 100 miliardi di ore di video, ma non è da escludere che ci possano essere progressi in tal senso, sia nella capacità di allocazione dei dati, sia nella loro lettura.
Le frontiere a cui ci siamo affacciati dipendono solo dalla nostra capacità di immaginarle. E se poi scoprissimo che ancora una volta, la natura ci offriva già questa possibilità , magari andando a scavare più a fondo nel DNA spazzatura?
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