Fondi europei per il 2020, raggiunto un faticoso accordo, ma si annuncia battaglia
Van Rompuy annuncia al mondo l’accordo con un tweet, Deal is done, dopo 25 ore di trattative serrate che non soddisfano l’Europarlamento da dove iniziano ad arrivare i primi cori di proteste. L’accordo doveva essere preso a novembre dell’anno scorso, ma il tavolo saltò e quella di oggi era forse l’ultima possibilità per un trattato vincolante sulle risorse da destinare ai paesi UE dal 2014 al 2020.
La partita era estremamente difficile. Occorreva vincere la resistenza di David Cameron a tagliare pesantemente il bilancio europeo, evitare che la Francia facesse saltare il banco non toccando le misure sui progetti europei dedicati all’agricoltura su cui punta gran parte dei suoi piani europei, non far storcere il naso alla Germania ed accontentare l’Italia che in piena crisi si è ritrovata nel 2011 ad essere il primo contribuente netto dell’Unione Europea.
Il piano europeo prevede 960 miliardi di euro di impegni presi e almeno 908 miliardi di pagamenti garantiti ai paesi membri. Rispetto al passato, il bilancio per la prima volta è stato fatto al ribasso, segnando il primo passo verso la fine dei fondi europei che coprono qualsiasi forma di investimento che i singoli stati nazionali non arrivano a garantire, a causa delle stringenti condizioni dettate da Maastricht.
Rispetto ai possibili soldi destinati ai progetti italiani, ci saranno da spartire “solo” 400 milioni di euro per i giovani lavoratori nel Mezzogiorno, per un totale di 3,5 miliardi in 7 anni, un accordo al rialzo rispetto la prima bozza, da vedere cosa accadrà con i i fondi per la coesione economica, sociale e territoriale, stanziamenti complessivi che ammontano a 324,707 miliardi.
Come accennato però dall’Europarlamento arrivano le prime forti critiche da Martin Schulz:
Non posso immaginare che il Parlamento approvi un bilancio che crea deficit, perchè cioè è illegale, con riferimento alla differenza di 51,6 miliardi di euro previsti nella bozza Van Rompuy tra stanziamenti ed effettiva liquidità che fa saltare la norma applicata con forza lo scorso anno che tramite l’ESM impone il pareggio di bilancio all’UE ad ai suoi stati membri.
Sarà estremamente difficile dare un ulteriore impulso allo sviluppo economico italiano con questi fondi ma, in tempi di magra, meglio che niente.
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