Quello che gli altri paesi pensano e scrivono sull'Italia
Pensavate davvero che gli scandali a raffica che arrivano ogni giorno e che hanno arricchito la campagna elettorale più violenta ed invasiva di sempre in Italia non avessero effetto? Forse no, ma abbiamo provato a fare un giro per conto vostro ed abbiamo scoperto cosa pensano di noi all’estero.
La BBC punta il dito contro la corruzione del nostro paese, ancora incentrato in maniera malsana sul valore della famiglia, da preservare in tutti i modi possibili, anche a scapito della macchina statale. Una tradizione italiana nota dal Rinascimento che non riesce proprio ad essere estirpata.
Basta conoscere le persone giuste, avere le giuste conoscenze e saper essere “servizievoli”, un posto si trova, soprattutto nel mondo accademico. Ecco quindi scoprire che nel mondo l’Università di Bari o quella di Palermo sono note nel mondo anglosassone per le “dinastie” che lo governano, grazie al libro pubblicato dall’economista Roberto Perrotti.
Un’indagine che punta anche all’università di Roma La Sapienza con il caso del rettore Luigi Frati, ma che sotto elezioni evidenzia i nomi eccellenti che questa aristocrazia accademica ha inserito nei listini bloccati dei partiti che partecipano alle elezioni.
Apriamo poi la pagina centrale della CNN e troviamo un altro articolo dedicato a Berlusconi ed al declino di un paese, passando dalla gloria della Serenissima al Bunga Bunga. Bill Emmott va giù duro, partendo dal paragone storico con la repubblica veneziana che iniziò il suo declino quando chiuse le porte alle nuove classi sociali emergenti.
Allo stesso modo, dopo il boom cominciato dopo la Seconda Guerra mondiale fino agli anni Settanta iniziò una rapida crescita del PIL e del debito pubblico che arrivò a livelli preoccupanti negli anni Novanta. In coincidenza con la fine della lira e l’installazione dell’Unione Europea e di una nuova moneta unica, il sistema dei partiti della Prima Repubblica venne spazzato via. Scrive il corrispondente della CNN:
Prendendo una metafora molto moderna, resettare o upgradare il software Italia avviene troppo lentamente e con troppe divergenze. Nonostante il rigore di Monti, racconta il nostro osservatore americano, il sistema giudiziario e quello delle leggi sul lavoro è rimasto fermo, paralizzato, la competizione non esiste, la corruzione resiste, i costi della politica sono stati lasciati sostanzialmente invariati e molti settori sono sovra-regolati, ovvero la burocrazia li blocca.
Dal 2001 al 2010  il paese è stato il 180esimo (su quasi 190, n.dr.)  per crescita del prodotto interno lordo, peggio solo di Haiti che però ha subito anche un cataclisma naturale che lo ha raso al suolo. L’ignavia, per citare Dante, domina incontrastata e può essere scacciata solo da quello che dovrebbe essere l’interesse nazionale.
Interesse, aggiungiamo noi, sembra essere sparito da questa corsa elettorale.
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