Il lavoro inutile ai fianchi del Movimento Cinque Stelle ed una politica assente
Le pagine di giornali, magazine e tutto quanto riguarda l’informazione in Italia ruota attorno alla stessa, medesima identica questione da due settimane. Beppe Grillo ed i suoi parlamentari, aderiranno alla proposta del PD, e se no, quale governo tecnico verrà fuori? Il vuoto pneumatico generato dall’attesa fisica della data del 15 marzo ha incancrenito tutta la stampa nazionale su una questione tanto inutile quanto barocca e fuori luogo. Le risposte da dare, sono altre.
A cominciare dal governo. E’ chiaro che si vada di fronte ad un governo tecnico, guidato da una personalità scelta da Napolitano e che il suo successore dovrà sostenere per almeno un anno buono pressioni e attacchi. Bersani pagherà a carissimo prezzo la sua vittoria, Matteo Renzi scalda i motori in vista del congresso ma anche lui, dovrà fare i conti con i dirigenti interni. Il progetto politico di dover creare una sua lista esterna al PD potrebbe prendere corpo in caso di scontro cruento al prossimo congresso nazionale dove Bersani si presenta da dimissionario, ma una sua difesa assieme a quella di Prodi della linea coraggiosa di Renzi, potrebbe avviare rapidamente un nuovo corso.
Discorso diverso per il PDL che ha appena annullato la manifestazione in difesa della libertà del suo leader. Lo scontro istituzionale sarebbe stato troppo palese e in caso di un ritorno alle urne i berluscones sarebbero stati accusati di poca responsabilità politica, errore da evitare.
Errore in cui il Movimento Cinque Stelle potrebbe presto incappare. Mentre manca solo la consultazione di Nostradamus per analizzare un dato già sotto gli occhi di tutti, la prima vera sfida del primo partito italiano viene alle porte. Il Movimento di Grillo e Casaleggio è stato votato da più di 15 milioni di persone (sommando i voti di Camera e Senato, ndr), un numero sensibilmente maggiore a quello dei suoi effettivi iscritti. Occorre quindi dare risposte concrete anche a chi ha mandato in Parlamento facce nuove, al grido di “sfasciate tutto e fate pulizia”.
Dopo la sbornia elettorale però manca la decisione più naturale ed insieme quella che fa più paura. Dopo aver affrontato il nodo del ricambio al vertice a 10 anni dalla creazione del primo gruppo dirigenziale, vicenda che ha portato all’allontanamento di Tavolazzi, Favia e Salsi, rimane solo una cosa da fare. La decisione di partecipare o meno ad un governo a tempo spetta solo ai militanti del Movimento Cinque Stelle, sia quelli eletti che quelli iscritti alla data delle elezioni. Casaleggio e Grillo ne sono più che consapevoli e temporeggiano, mentre si difendono dai confusi attacchi provenienti dalla stampa nazionale.
Grillo prova a giocare la carta del caro leader, se dovesse nascere l’alleanza col PD me ne andrei, fa sapere. In realtà stiamo per infilarci verso un gorgo più profondo di Cariddi e mercati più feroci di Scilla. E Nessuno, sembra ancora destinato a guidare questa barca.
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