Napolitano prende altre 24 ore, biscotto amaro da mandar giù nel weekend più difficile della sua carriera

Prendendo a prestito una delle parodie più riuscite di Maurizio Crozza, Giorgio Napolitano dovrà mandare giù un altro biscottino a forma di rospo, particolarmente indigesto, viste le posizioni in campo. Ricapitolando, il PD vuole la presidenza del consiglio ma non intende allearsi con il PDL, Berlusconi chiede un governo di scopo con il PD, mentre il Movimento Cinque Stelle vuole tutto per sé. E Napolitano prende tempo per decidere.

La situazione è più complicata del previsto. Il Movimento Cinque Stelle chiede per sé tutto, non garantisce fiducia a nessun altro e ha chiesto la presidenza del Copasir, l’organo che mette in collegamento il Parlamento con i Servizi Segreti, organo che fa gola soprattutto a Casaleggio, e propone un azzeramento dei vertici RAI per cancellare i 14 canali in chiaro per mettere dentro tutto un’unica rete, facendo fare al servizio pubblico un doppio salto, mortale, all’indietro.

L’intransigenza del Movimento Cinque Stelle rischia anche di compromettere la corsa verso i posti dei questori interni che possono controllare le spese statali e delle commissioni parlamentari. Sul referendum sull’euro, la legge dei conflitti di interessi, l’abolizione dei finanziamenti ai quotidiani, impignorabilità della prima casa, rete wi-fi come infrastruttura e reddito minimo le convergenze in Parlamento possono essere trovate con diverse formazioni politiche, da destra a sinistra, ammesso che un governo nasca.

La situazione è estremamente complicata e può essere sbloccata solo da una convergenza di PD e PDL verso Piero Grasso, Presidente del Senato su cui si concentrano le attenzioni delle ultime ore. Ma anche qui, un governo a guida Grasso o di qualsiasi altro tecnico, può durare al massimo fino a maggio o a giugno, trascinando inesorabilmente il paese verso nuove elezioni nel momento sbagliato.

La crisi cipriota ed il mancato taglio dell’IVA peseranno in modo soffocante sui conti degli italiani, con un’ulteriore aggravamento dell’attuale stagflazione che farà sfondare ulteriormente i record di debito pubblico e dei tassi di disoccupazione. Una via d’uscita in tal senso, non è ancora prevista. Confrontando le idee in campo, per il programma del Movimento Cinque Stelle non esiste adeguata copertura finanziaria, il programma del PDL posticipa una serie di pagamenti, mentre quello del centrosinistra e della coalizione di Monti, pronta ad implodere su sé stessa, ha ricette che per rimettere in moto il paese chiedono tempi lunghi, governi forti ed almeno 10 anni di ferrea applicazione, senza grosse deviazioni.

Anche su questo il Presidente della Repubblica dovrà riflettere nel week-end più lungo e complesso della sua carriera politica.