Recensione Film: Gli amanti passeggeri
Pedro Almodovar confeziona un’insolità commedia “trash†che, tuttavia, promette di essere un grande successo. Esilarante, ricca di spirito e molto spinta, l’opera non cade nella banalità poiché tratta i soliti temi da ottiche diverse.
A causa di un insolito guasto al carrello, il volo 2549 della compagnia Penìnsula diretto a Città del Messico è costretto a girare in tondo nel cielo in attesa di istruzioni. A bordo, piloti più che qualificati che, con professionalità , si adoperano per cercare una soluzione al problema, assistiti dei colleghi del Centro di Controllo.
Gli assistenti di volo sono figure molto apatiche le quali, nonostante le vicissitudini tra loro e il commissario di bordo, cercano di rendere la permanenza forzata in volo più confortevole possibile ai viaggiatori, nonostante l’imprevisto. Infine, appunto, i passeggeri. Una massa eterogenea composta da persone diversamente bizzarre, le quali contribuiranno a colorare ancor più una commedia che riscontra nel sesso e nella morte le sue fondamenta.
Compreso di aver indagato a sufficienza sul tessuto emozionale dei personaggi e l’animo umano, Almodovar decide di mettere da parte la sua analisi introspettiva e di dedicarsi al puro piacere. Questa commedia è un esempio perfetto di tale cambio di rotta la quale, oltre a far ridere a crepapelle lo spettatore, mostra un lato del regista da tempo dimenticato.
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