Recensione Clou The Duck: Indagine su un Cittadino al di Sopra di ogni Sospetto

Torna sul grande schermo una pietra miliare del cinema. Prodotto in Italia nel 1970 e diretto da Elio Petri, “Indagine su un Cittadino al di Sopra di Ogni Sospetto” non è un poliziesco ma “il” poliziesco per eccellenza. Un film nato con l’intento di mostrare come il potere possa influire anche sulla giustizia, che si rivela attualissimo, più oggi che in tempi passati.

L’efficientissimo e carismatico capo della Sezione Omicidi uccide l’amante Augusta Terzi, con cui aveva un rapporto veramente poco ortodosso, proprio il giorno della sua promozione a dirigente della Sezione politica. Nonostante l’accaduto rischi, almeno in teoria, di compromettere per sempre la sua carriera, invece di correre ai ripari ed occultare le prove, egli le rende ancora più evidenti, nella beffarda convinzione di farla franca proprio grazie al potere di cui dispone e all’influenza che può esercitare sulle forze dell’ordine e non solo grazie alla sua carica. Spavaldo, sicuro di se e dei suoi modi, quest’uomo cercherà di apparire come un “cittadino al di sopra di ogni sospetto”.

Come detto qui sopra, il film risulta ancora molto attuale. Il ruolo di protagonista fu interpretato da Gian Maria Volontè, scelto proprio per la sua innata capacità di immedesimarsi in qualsiasi ruolo. Si pensava, all’epoca, che nessuno meglio di lui potesse rappresentare la complessa gamma emozionale di un personaggio forte e carismatico ma, allo stesso tempo, fragile come questo. Ma ciò che maggiormente va ricordato è il messaggio che questo film, a suo tempo, volle trasmettere. Un messaggio forte, lasciato passare con coraggio contro, soprattutto, una classe politica molto corrotta che, non avendo visto di buon grado il film, inveì i più modi contro la produzione. Un esempio di come chi abbia il potere sia portato, riuscendovi spesso con estrema facilità, a zittire la verità.