Monti: solo adesso è possibile la crescita, speriamo in realismo politico anche per il futuro.

Mario Monti si presenta in sala stampa assieme al ministro Grilli e presenta il suo ultimo lavoro, quello relativo al Documento Economico Finanziario. La linea è chiara, se adesso è possibile parlare di rimborsi alle imprese è solo perché il governo Monti è riuscito a rimettere in carreggiata l’Italia, Adesso, l’accordo politico per un nuovo governo si rende necessario, ma non si può prescindere dalla disciplina di rigore avviata:

Il rapporto debito Pil sarà del 130% nel 2013 e del 124% nel 2014, ma senza riforme strutturali in passato e immediate nuove riforme, non è possibile aumentare la crescita. Se messe adeguatamente in campo, le stime di crescita del governo potrebbero essere sottostimate, mentre il dato dell’OCSE diverge in senso positivo.

Il fattore tempo in politica economica conta, le scelte sbagliate si pagano nel medio periodo ma la credibilità può essere persa molto rapidamente. Il documento del DEF dimostra come gli interventi del 2012, oltre a rimettere in carreggiata l’Italia permettono solo oggi di rimettere in pari il paese, dopo averlo tolto da una situazione di preoccupante declino. Dall’inizio dell’era dell’euro, nel 2002, l’Italia ha perso competitività, penalizzando il tessuto produttivo e con enormi iniquità dal punto di vista generazionale nel trattamento dei salari.

Questo governo, ha concluso Monti,

ha avviato il percorso di riforme strutturali, non come le avevamo prospettate per via dei paletti messi dagli alleati, ma l’andamento del PIL per i prossimi anni, anche se caute, sono state rese possibili proprio dall’intervento posto in campo e possono essere reinvestite anche per mitigare la povertà. Non va sottovalutata la sfida che si pone di fronte al nostro paese nei nostri anni, occorre un pò di realismo politico in merito agli squilibri rilevanti che si sono creati, abbiamo aggredito la crisi dopo che qualcuno ne ha negato l’esistenza.

Le politiche praticate nell’ultimo anno e mezzo vanno integrate, abbandonarle potrebbero portare a gravi ripercussioni e le attuali crisi di impresa e di lavoro sono solo una piccola parte rispetto a quello che avremmo fronteggiato in caso di un allentamento della presa dei conti.Un governo politico che nasce sulla reale convinzione di quella che è la situazione del paese, esce solo con scelte mirate e forti, senza tatticismi e con meno populismi, l’unica cosa che impedirebbe tutto questo è l’illusione di poter tornare ad un passato in cui i problemi venivano negati e mai affrontati, per limitato calcolo politico. A maggio infatti, grazie ai nostri sforzi, usciremo dalle blacklist per le procedure di infrazione avviate dall’Unione Europea per lo sforamento del rapporto Deficit/Pil

Prendendo la parola, il ministro Grilli ha confermato la versione di Mario Monti, specificando che le stime, pur se prudenti, devono dare al prossimo governo una linea guida che riprende in parte quello del pagamento dei crediti delle PMI. Il PIL reale del 2013 è del -1,3% del 2013, +1,3% nel 2014 e mantiene uno sviluppo costante intorno all’1,4% fino al 2016.

I dati presentati dal governo tengono conto di due segnali contrastanti, ovvero quello dell’OCSE che segnala la capacità di crescita dell’Italia dopo due anni di recessione, ma anche del dato di Confindustria che parla apertamente di crisi nera della seconda industria manifatturiera d’Europa, che su base annua con il dato di febbraio segna un -3,8%.