Recensione Clou The Duck: L'Ipnotista
Il regista Lasse Hallstrom si innamora del celebre romanzo “L’Ipnotista” e lo tramuta in un’opera filmica di tutto rispetto. Prodotto in Svezia, questo dramma poliziesco ha già suscitato l’interesse della critica.Tutto comincia con un caso di triplice omicidio; una tragedia familiare in cui il misterioso killer uccide prima il padre nella sua palestra, poi la madre e la figlia minore in casa. Superstite, ma rinvenuto in condizioni molto gravi, il giovane Josef Ek, sopravvissuto al suo carnefice dopo essere stato costretto ad assistere al massacro della madre e della sorellina.
Il commissario Jonna Linna, a cui è stato assegnato il caso, teme che la serie di omicidi non si interrompa qui. Infatti, vi è ancora un membro di questa sfortunata famiglia ancora in vita. Si tratta della figlia maggiore, misteriosamente scomparsa e potenziale vittima che fa già gola all’assassino. C’è solo una possibilità per salvarle la vita; E’ necessario che il testimone venga interrogato. Tuttavia, Josef è ancora in condizioni fisiche e psichiche molto critiche e non riesce a comunicare con nessuno.
Necessitante di indizi, Linna contatta Erik Maria Bark, colui che, un tempo, era l’ipnotista più famoso di Svezia, nella speranza di poter interrogare il ragazzo nonostante il suo stato. Erik è un uomo molto schivo, per via del suo passato. Fino a dieci anni prima, lui era il migliore nel suo campo e tutti lo cercavano e gli chiedevano consiglio. Purtroppo, a causa di uno scandalo che lo coinvolse, dovette promettere e promettersi di non esercitare. Tuttavia, dopo una decade, il suo lavoro comincia a mancargli e il desiderio di rimettersi in gioco lo spingerà ad accettare l’offerta di Linna, inconsapevole del fatto che l’incarico cambierà per sempre la sua vita.
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