Il Palermo agguanta il pareggio alla fine e mantiene viva la battaglia per la salvezza

Fino al 94’ l’attesissimo derby siciliano decretava un unico e meritato vincitore: il Catania, una delle sorprese più belle di questo campionato, che per quasi tutta la partita ha letteralmente surclassato tecnicamente e tatticamente un Palermo volenteroso ma poco incisivo.  Però il gioco del calcio ci insegna che a volte non basta dominare un’intera partita per portare a casa un risultato.
Soprattutto in questo tipo di incontri, ci sono anche altri valori che giocano un ruolo determinante: nervi saldi, concentrazione, cuore e fame, fino alla fine.  Forse il tutto si potrebbe riassumere nel disperato lancio di Sorrentino da centrocampo da cui è poi scaturito il gol di Ilicic, un urlo nel buio e nel silenzio assordante della tifoseria rosanero. A onor del vero, la squadra rosanero fino ad allora non era riuscita ad imporsi sul Catania se non per qualche tratto in cui lo stesso Ilicic si rendeva pericoloso.
I primi 45’ minuti possono essere definiti “ambivalenti”.

Sannino decide di schierare in difesa Munoz spostando Donati a centrocampo rispetto alla partita di domenica scorsa contro il Bologna e in attacco il tandem Boselli – Ilicic; Maran invece conferma la formazione già annunciata precedentemente con Barrientos, Bergessio e Gomez in attacco.  All’inizio il Palermo fa fatica a reggere il ritmo del Catania e si mostra contratto, quasi impaurito. La squadra di Maran pressa alto, si rende pericolosissima con le incursioni di Gomez e un paio di calci piazzati tirati da Lodi, ma è paradossalmente il Palermo che rischia di passare in vantaggio con Ilicic che, davanti la porta, si fa anticipare da Andujar invece di offrire un assist a Boselli completamente solo accanto a lui.
La partita è vivace ma poco spettacolare: nel quarto d’ora finale della prima frazione di gioco sono i giocatori di maggior talento delle rispettive squadre a creare problemi. Prima Lodi con un calcio di punizione e poi Ilicic con un destro da venti metri fuori misura.
Il secondo tempo sembra all’inizio un copione del primo.
Partenza furiosa del Catania e atteggiamento timoroso del Palermo che si fa vedere dalle parti di Andujar soltanto con un debole tiro di Kurtic. La squadra di casa fa tremare i tifosi rosanero prima con Lodi e Bergessio , che per un niente non indirizza il pallone in rete su un cross dalla sinistra, e poi con Castro su cui Sorrentino compie il miracolo.
Non ci sono miracoli però che salvano lui e il Palermo al 24’ quando Gomez fa partire l’azione che porta al gol di Barrientos: cross al centro e conclusione deviata che prima si stampa sul palo e poi finisce in rete. Il Massimino è in delirio e Sannino decide di buttare nella mischia Rios ed Hernandez ma sembra non bastare.
I rosanero non riescono a creare pericoli nell’area avversaria e subiscono continuamente le ripartenze dei rossoblu che comunque non approfittano di tutte le occasioni create.  Nei minuti di recupero succede quello che fino a pochi minuti prima sembrava impossibile: fallo a centrocampo di Bellusci su Donati e calcio di punizione battuto da Sorrentino che invita tutti ad andare nell’area di rigore avversaria.
Hernandez con una sponda perfetta fa filtrare il pallone tra due giocatori del Catania e trova Ilicic che, solo davanti ad Andujar, non sbaglia.
Al fischio finale si scatena una vergognosa rissa conclusasi con l’espulsione per proteste dello stesso portiere del Catania, uno spettacolo poco edificante e spiacevole per quello che era stato un derby sentito, come al solito, ma in fondo corretto per tutti i 90’. Il Palermo può così accontentarsi di un punto d’oro per avvicinarsi al Siena, oggi battuto dal Chievo di Corini in casa propria, e sperare in quella salvezza che fino al 94’ sembrava ormai persa.
Al Catania rimane una doppia rabbia: quella di non aver potuto dare il colpo di grazia agli odiati cugini e quella di non poter festeggiare il record di punti in serie A.  Tra i 20.000 cartoncini con su stampata una “B” dei tifosi catanesi e i 500 tifosi rosanero, questa volta sventolano le bandiere palermitane: al Catania non resta che sperare di vendicarsi nel prossimo campionato.