Quando il web aggredisce, l’unica soluzione è il doppio bavaglio
La questione diventa argomento di discussione in Parlamento e misura il grado di civiltà di un paese profondamente imbarbarito, piegato su sé stesso e volto all’auto-commiserazione, più che alla concreta costruzione del futuro. In 21 mesi di costante recessione economica si è spenta forse la speranza, dietro l’alto numero di disoccupati si annidano anche quasi un milione e passa di persone che il lavoro, semplicemente, non lo cercano più. Sfiduciati, ai margini della società produttiva, frustrazione e odio vengono coltivati ed esplodono tramite i mezzi più immediati e “social” per potersi esprimere.
Accade con Twitter, il più immediato dei social dove personaggi famosi o veri e propri opinion leader vengono attaccati frontalmente proprio perché è facile raggiungerli. A volte lo si fa per gioco, gli scherzi mirati sono una costante del web, ma da un po’ di tempo si assiste ad un vero e proprio salto di qualità , fatto di attacchi e minacce di morte costanti, gratuite e senza una reale motivazione.
Può bastare esprimere un’opinione contraria al coro per sentirsi accusati di essere dei venduti, dei pagliacci e via via così, senza che l’attacco sia realmente motivato. I pasdà ran a 5 Stelle rappresentano poi una categoria a sé stante, fatta di professionisti dell’insulto privi di memoria e coscienza. Possono accusare di qualsiasi cosa persino chi ha pubblicamente sostenuto il Movimento Cinque Stelle ed ora chiede che i propri rappresentanti in Parlamento rinuncino alla diaria come promesso in campagna elettorale.
Il meccanismo è sempre lo stesso: si manifesta un’idea o un’opinione non allineata all’ortodossia del Movimento, prima si insulta personalmente l’autore del gesto, poi si passa a discussioni lunghe ed inconcludenti per minimizzare e denigrare l’avversario. Solitamente, accade ai sostenitori dell’ultimo minuto di Grillo, fulminati dall’idea di poter distruggere tutto e che dimenticano o forse proprio non sanno, cosa accade quando finiscono le campagne elettorali e occorre gestire le istituzioni in cui si è entrati.
Per far capire fino a che punto è arrivato l’imbarbarimento basta raccontare come molto spesso, quando si mandano in giro idee e articoli fuori dal coro, viene chiesto “ma tu contro chi sei, non è chiaro, devi essere contro qualcuno per scrivere così“. Stiamo pericolosamente scivolando verso la semplificazione totale della realtà , una realtà complessa e spesso ingiusta, una realtà che si prova a ridurre ad uno schema semplice come quello del “noi contro loro” ma che sta silenziosamente trascinando l’Italia verso una nuova possibile dittatura. Come nei primi anni del secolo scorso, l’immobilismo dei partiti, la grave e persistente crisi economica, creano le precondizioni per uno sfascio totale del sistema democratico.
Ecco quindi Berlusconi pronto a prendere la palla al balzo e per salvarsi dai suoi processi, essere ancora una volta pronto a paralizzare l’intera attività di Governo. Rispunta fuori la legge bavaglio, in grado non solo di zittire i black block del Web, ma anche di zittire chiunque osi infastidire qualsiasi potente, distrugge le intercettazioni e legalizza quasi ogni tipo di reato. L’intolleranza genera repressione, la repressione genera mostri e la tentazione di aggredire la Rete con leggi liberticide è fortissima. Il limite della calunnia non dovrebbe mai essere sorpassato, non si può certo ergere un’organizzazione unica a tutela delle libertà di Rete ma al tempo stesso, è compito di chiunque usi il Web quello di isolare i violenti.
Come accade nella vita di tutti i giorni, evitare di lasciare nell’indifferenza chi è più vicino a noi può essere una soluzione al problema, far finta che tutto vada bene significa negare la realtà e lasciare campo a chi nella violenza e nel caos totale, presto o tardi prenderà il controllo per toglierci le nostre libertà .
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