Panic selling a Tokyo, borse in rosso e incertezza sulle mosse delle banche centrali
E’ bastato che uno degli indici dell’economia cinese, quello inerente alle Piccole e Medie Imprese, segnasse un -0,8% dopo sette mesi per scatenare un vero e proprio tsunami finanziario che ha iniziato a colpire la borsa di Tokyo e si sta riversando su tutte le borse mondiali. L’indice Nikker ha chiuso con un -7,32% bruciando in una sola seduta 1.143,28 punti percentuali, polverizzando mesi di contrattazioni e causando una immissione di liquidità da parte della banca centrale giapponese di 2.000 miliardi di yen.
Occhi puntati sui listini europei e l’apertura della borsa a New York nella giornata che doveva segnare una doppia manovra da parte della Federal Reserve e della Bank of Japan, intente a coordinare una politica espansiva con fortissime iniezioni di liquidità per dare vitalità ai mercati, sostanzialmente poco attivi. Le tre fasi di questa politica monetaria sono giunti alla fase terminale, ma la Q3 ha avuto un impatto molto più limitato di quanto fosse atteso.
Ecco perché in questa giornata la Federal Reserve avrebbe iniziato a discutere l’exit strategy che avrebbe dovuto togliere liquidità dai mercati, azionando una leva monetaria inversa. L’apertura shock della borsa di Tokyo e la manovra della banca centrale giapponese potrebbe aver sconvolto i piani della banca centrale americana ed innescato un pericoloso meccanismo di ipersvalutazione che potrebbe mettere nei guai sia il Giappone, sia i paesi dell’Unione Europea, molto più a rischio di fronte ad un’altra pesante fluttuazione dei mercati.
In serata è previsto un intervento diretto del Presidente della BCE Mario Draghi il quale dovrà spiegare come intende reagire sui mercati,  data l’incertezza generata da una nuova ed imprevista ondata di austerità imposta da Federal Reserve e Bank of Japan.
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