Un "miracolo" di cui non rimarrà traccia
La storia non viene mai fatta dai “se” e dai “ma”, questa che ci aggiorniamo a raccontare è una storia sul caso, sulle teorie del caos che hanno evitato un cataclisma che sarebbe stato difficile spiegare come una delle infinite possibilità scientifiche. E’ il 15 febbraio del 2013, in Russia è una tranquilla giornata di sole, mentre a Roma la città è ancora sotto shock per la decisione di papa Ratzinger di dimettersi.
Sopra le loro teste, un meteorite è attenzionato dalla NASA e dalle agenzie aerospaziali mondiali, un passaggio definito ravvicinato perché al di sotto della quota di trasmissione dei satelliti usati per le trasmissioni e la diffusione di segnali televisivi, ma ad una quota abbastanza sicura per destare preoccupazioni.
Accade però che alcuni frammenti precipitino sulla cittadina di Chelyabinsk, con effetti devastanti. Alla fine saranno 1200 i feriti, causati dai frammenti esplosi durante il contatto con la parte più alta della stratosfera, con una potenza stimata paragonabile in un paio di bombe atomiche.
Accade anche che analizzando meglio i dati, si è scoperto che se i frammenti fossero precipitati con un’inclinazione leggermente diversa, compatibilmente con la finestra d’ingresso possibile con la velocità iniziale, pari a 17 Km/s (17 km percorsi in un solo secondo, ndr) il 15 febbraio 2013 quei meteoriti sarebbero caduti su Roma, bombardando anche il Vaticano.
Un se ed un ma di un paio di chili ma ad una velocità di “soli” 4,3 Km/s, in grado di seminare panico, terrore e distruzione in una capitale così densamente popolata come Roma. Un se ed un ma inquietante, basti pensare a cosa sarebbe successo se uno di questi frammenti avesse colpito il Vaticano, uccidendo magari il Pontefice dimissionario e gettando nel panico più assoluto un miliardo e trecento milioni di fedeli.
Uno scenario apocalittico degno di un film, ma uno scenario più realizzabile. Cosa lo ha evitato? Parliamo di “miracolo”, visto l’impatto che avrebbe potuto avere il meteorite su Roma. Se invece volete essere più concreti e materialisti, senza scivolare nel relativismo o nella dietrologia, dobbiamo considerare l’inclinazione dei due (si, erano due i meteoriti precipitati, l’altro ha generato solo uno sciame di “stelle cadenti”) meteoriti, l’interazione gravitazionale tra i due bolidi ed il pianeta Terra, la temperatura nei vari strati atmosferici, le condizioni meteo, la densità dei principali materiali dei meteoriti, il ruolo giocato dai gas serra nel disfacimento dei detriti meteorici, etc…
Joseph Ratzinger, stando alle parole del cardinale di Palermo doveva morire, ad un anno esatto a partire dal 10 febbraio 2012. Forse qualcosa di più potente delle preghiere dei fedeli, ha cambiato qualcosa nel cambio di traiettoria di quei due meteoriti, il 15 febbraio scorso.
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