Attacco a Bengasi, ecco il volto di Al Qaeda in Libia

L’attacco di questa notte a Bengasi sembra la naturale risposta alle parole di Obama pronunciate per il memoriale di ieri dell’11 settembre: il mondo è un posto più sicuro e saremo pronti a rispondere a qualsiasi minaccia che turbi la pace e la libertà. La risposta, data da Al Qaeda è stata immediata e proviene da una persona operativa durante la lotta al regime di Gheddafi, messosi in mostra durante  operazioni militari l’anno scorso.Si tratta di un generale attivo l’anno scorso e già noto ai servizi di intelligence attivi in Libia durante le battaglie per Tripoli e la liberazione della zona sud ed ovest del paese. Pare che a scatenare la folla sia stata l’opera prima di un regista israeliano che aree abbia pesantemente insultato la figura del profeta Maometto. Quel che è nuovo e pericoloso, è che anche in Egitto si sono scatenate violenze simili, Egitto dsa cui era partito due mesi fa un commando diretto verso Israele.

Il rischio più che concreto è che Israele e fondamentalisti islamici stiano cercando in tutti i modi di rompere il precario equilibrio che regge in Medio Oriente da 20 anni. Coinvolgere direttamente gli USA inquestioni così delicate può essere profondamente contro-producente per tutti. Recentemente il premier israeliano ha provato a incontrare il presidente Obama per questioni internazionali senza ottenere aluna risposta. In vista delle prossime elezioni a novembre, con un leggero vantaggio su Romney, inimicarsi le potenti lobby sioniste statunitense potrebbe risultargli fatale. Al momento Obama ha avuto la capacità di aprire un dialogo con i popoli arabi ed è riuscito a fare quello che non riuscì a Bush, ovvero trovare ed uccidere Osama Bin Laden, identificato come il nemico numero uno. Dalla corretta gestione di questa crisi non si gioca solo la partita per le presidenziali USA ma il futuro di tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, Italia compresa.