Al peggio non c'è mai fine, a intascare tangenti l'incaricato di Tributi Italia
Nata come l’alternativa ad Equitalia, Tributi Italia diventa il centro di un nuovo scandalo che colpisce al cuore la credibilità delle istituzioni italiane. L’amministratore della Tributi Italia spa, società concessionaria per la riscossione dei tributi in oltre 400 comuni, è stato infatti arrestato dalla Guardia di Finanza che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Chiavari.
Lo scenario è sempre lo stesso. Una persona si ritrova a gestire denaro pubblico, un fiume di denaro pubblico, per la precisione della riscossione delle tasse locali di 400 comuni italiani su 800, guarda le cifre, impazzisce e gira parte di quelle cifre sul proprio conto personale, dato che come ha spiegato ieri l’avvocato Carlo Taormina i soldi pubblici, per legge, quando passano di mano diventano privati e come tali possono essere gestiti.
Le accuse nei confronti di Giuseppe Saggese , 52 anni di Rapallo, sono peculato, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute certificate e omesso versamento Iva. La società è in amministrazione controllata dal 2010 e dai primi controlli della Guardia di Finanza a carico di Saggese la cifra sottratta indebitamente al momento ammonta a 20 milioni di euro.
Come sono stati spesi i soldi? Da questo punto di vista nessuna spesa fantasiosa, i cittadini italiani sanno perfettamente che i soldi pubblici vengono sempre spesi in yacht, festini pazzi, viaggi faraonici, ostriche, champagne, macchine di lusso, mentre mensilmente si cercano risorse da investire per avviare nuove società e la disoccupazione giovanile cresce a livelli simili a quelli del 1946.
Un paese dominato dalla corruzione e dallo sperpero continuo di risorse che ogni giorno sembra debba essere resettato, dove chiunque maneggi soldi pubblici non è in grado di fare il bene della collettività e dove parole come valori, bene comune, Stato hanno assunto il peso di parole di una lingua morta. Peccato che a morire, asfissiato dalla corruzione, sia il futuro della Repubblica Italiana.
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