Berlusconi fa un passo indietro, avanti con le liste civiche

Come accaduto per Mario Monti, i nostri lettori erano già al corrente di un passo indietro da parte di Silvio Berlusconi, in bilico tra la tentazione di tirare in piedi il suo partito e la costatazione di come un’epoca politica si stia per chiudere. La soluzione, dopo gli ultimi sondaggi del lunedì pare quella di affidare il partito alle redini del delfino, Angelino Alfano. Ma anche qui, i rischi per il PDL sono diversi.

Innanzitutto Berlusconi ha un dubbio sulla capacità di Alfano di tenere unito il partito. Dopo le sue dimissioni da Presidente del Consiglio aveva dato mandato al giovane Angelino di ricomporre le fratture interne al partito, senza ottenere alcun risultato. L’unica strada per la sua rielezione, la scelta diretta del Presidente della Repubblica, è stata spiattellata alla stampa da una gaffe di Alfano in conferenza stampa, bruciando subito la possibilità di ottenere una sponda politica in Parlamento.

L’imperizia di Alfano è stato il vero dubbio di Berlusconi per far cambiare pelle al partito. Entro il 2 dicembre, data del congresso che sancirà la fine del PDL a favore di un consorzio di liste civiche regionali, cambierà anche l’assetto generale del partito. Lo schema è quello del Movimento Cinque Stelle, con una rete capillare diffusa sul territorio a cui toccherà far dimenticare il PDL, sinonimo oggi di scandali e corruzione diffusa, con gli ex AN sempre più tentati di staccarsi.

La chiave di volta è la stessa che costituì la rottura con Casini: occorre costruire una casa dei moderati, dove il padrone di casa, possibilmente possa essere un punto di riferimento per i cattolici dentro e fuori il Vaticano. Berlusconi ha bruciato la sua immagine, nazionale ed internazionale e può sfruttare la sua influenza esclusivamente all’interno del suo partito. Da qui ad aprile l’ultima operazione di maquillage potrebbe decidere il futuro del PDL, trasformato in Liste Civiche dei Moderati.