Tutti convinti della condanna di Berlusconi, ma si tratta solo del primo grado di giudizio
L’unica vera notizia è l’interdizione, immediata ed effettiva, dagli uffici pubblici per 10 anni che non permette a Berlusconi di candidarsi, né a premier né a deputato “semplice”. Salta anche la possibilità di una sua elezione ad honorem come senatore a vita da parte dell’amico Gianni Letta, uno dei tre nomi che girano tra i successori di Napolitano alla Presidenza della Repubblica. Un pasticciaccio brutto per il fondatore del PDL che però difficilmente sconterà mai la pena.
Il giudizio in primo grado non prevede la carcerazione immediata e con i tempi della prescrizione e qualche altra sorpresa dei Berluscones presenti in Parlamento non sono da escludere altri colpi di scena.
Come ad esempio un ritorno a sorpresa, ufficializzato magari durante il congresso del prossimo 2 dicembre con un Berlusconi candidato alle primarie che riprenderebbe in mano il suo partito, in barba a qualsiasi sondaggio, per evitare a tutti i costi la condanna, arrivando a seppellire il suo stesso partito.
D’altronde le dichiarazioni delle ultime ore dimostrano che il PDL si compatta solo quando si tratta del proprio leader maxìmo, nessuno avrebbe la forza politica di contrastare in casa propria il Cavaliere. Da escludere anche un cambio di poltrona con la figlia Marina Berlusconi, da sempre in prima linea nel difendere il padre. Curioso il proscioglimento di Fedele Confalonieri, uomo Mediaset che esce dall’inchiesta addossando tutta la colpa dell’affare sporco su Berlusconi.
Sentenza politica? Sicuramente. Non tanto per l’obiettivo del contendere (in qualsiasi altro paese il conflitto d’interesse non avrebbe reso possibili i presupposti del processo), quanto per il soggetto colpito. In 20 anni i giorni di governo di Berlusconi sono stati equiparabili a quelli del centro sinistra che non è mai riuscito a stabilire per legge quali siano i limiti tra politica, conflitto di interessi ed affari.
Con il tramonto di Berlusconi, scorrono anche i titoli di coda su una stagione politica italiana, sulla Seconda Repubblica e sui partiti che ereditarono il disastro di Tangentopoli.
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