Recensione Film: The Summit
Una produzione tutta italiana retta da due registi esperti e maniaci del concreto: Franco Fracassi e Massimo Lauria. “The Summit” si propone di narrare le tragiche vicende avvenute a Genova tra il 20 e il 21 luglio, durante il G8.
L’evento, all’epoca, fece molto scalpore. Vi furono morti e feriti e niente andò come sarebbe dovuto andare. Durante la riunione dei vertici mondiali, ciò che accadde in piazza fu confuso e terribile. Gli schieramenti contrapposti finirono per crollare in favore di una guerriglia caotica e vergognosa. Mentre i Black Bloc facevano saltare in aria vetture e sfondavano le vetrine delle banche, i manifestanti pacifici venivano picchiati e indicibilmente maltrattati da Polizia e Carabinieri, i quali attaccavo civili innocenti, lasciandosi dietro molti feriti. Le irruzioni, gli spari e la morte di un ragazzo giovanissimo, hanno costituito il triste contorno della vicenda.
Ma perché tutto questo? Perché tale odio? Cosa c’era dietro. Sono proprio questi gli interrogativi che si pongono Fracassi e Lauria a distanza di 10 anni, e li ripropongono in un’opera che investiga non solo sullo scorretto comportamento assunto dalle forze dell’ordine, ma anche sull’apparente insensata devastazione della città di Genova avvenuta per mano dei Black Bloc.
Ma, soprattutto, il film esamina la vicenda da un punto di vista mai affrontato, ne dai media ne dai precedenti documentari e lavori cinematografici: quello idealistico. Durante il G8 di Genova, avrebbero dovuto incontrarsi gli otto capi di stato più influenti del mondo per discutere delle sorti della terra. Si trattava di una riunione che avrebbe, con tutta probabilità, cambiato il volto del mondo. Il vero scontro, quello celato dalla violenza e dall’odio, è avvenuto proprio tra quelle fazioni che volevano cambiare il mondo con parametri diversi.
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