La questione De Gregorio inguaia Berlusconi e sposta l'attenzione

Legislatura riformista? Alleanze bipartisan per imprimere quella ripresa economica che necessita un paese in cui la disoccupazione cresce fino all’11% e da dieci anni lo sviluppo economico ci ha portato ad essere il 18o° paese al mondo? Macché, tutti in piazza a difendere le libertà e a votare subito alla Camera il divieto di aprire quella cassetta di sicurezza al Monte dei Paschi di Siena (!) dove sarebbero contenute le prove dell’acquisto del senatore De Gregorio tra le file del PDL nel 2006 per far cadere il governo Prodi.

Senza aver capito ancora quale partito esprimerà il premier, se quello che è arrivato primo e non ha vinto, o quello che ha maggiori consensi ma vuole fare opposizione avendo i numeri per governare, il Parlamento potrebbe trovarsi ancora una volta inceppato da una questione strettamente personale di Silvio Berlusconi.

Se la magistratura dovesse dimostrare la corruzione del senatore dell’Italia dei Valori, si sancirebbe la fine politica sia del PDL che di Silvio Berlusconi, reo di aver agito in modi non permessi dalla legge per cambiare le sorti del paese. Un’accusa che forse per gravità è seconda solo ai suoi presunti legami con la malavita organizzata al Sud, ma che i legali sperano di poter smontare come sono state sostanzialmente smontate o prescritte tutte le altre indagini chiuse finora.

Al momento, Berlusconi è ancora sotto processo per il caso Ruby e per la questione delle “Olgetttine”, ma in chiusura di campagna elettorale è arrivata anche l’accusa dalla procura di Reggio Emilia di voto di scambio, per aver mandato la lettera di rimborso IMU agli italiani come se si trattasse di un modulo dell’Agenzia delle Entrate, generando imbarazzanti file di anziani alle poste.

Il nuovo filone d’inchiesta nasce nell’ambito dell’indagine sulle truffe sui finanziamenti per l’editoria in cui sono coinvolti il faccendiere Walter Lavitola e lo stesso De Gregorio, sul quale pende una richiesta d’arresto ai domiciliari. E’ stato proprio l’ex faccendiere e direttore de L’Avanti a tirare in ballo De Gregorio, con la sua designazione alla presidenza della commissione Difesa del Senato coi voti del centrodestra al posto della candidata designata dall’Unione, la pacifista Lidia Brisca Menapace.

A dare un nuovo impulso alle indagini sono stati i pm Curcio, Milita, Piscitelli e Woodcock, vecchia conoscenza del Cavaliere che contribuì a tirare fuori il sistema Tarantini in Puglia, con un giro di corruzione nella fornitura di attrezzature medicali ed un giro di prostituzione che arrivava fino a Palazzo Grazioli e che coinvolse Patrizia D’Addario e altre ragazze, intercettate e con ampia diffusione a mezzo stampa di foto, audio imbarazzanti e particolari scabrosi.

Ma sono in arrivo nuove indagini e sviluppi, relativi all’indagine sulla P3 che coinvolge Cosentino e Ernesto Sica che potrebbero ancora una volta, investire proprio Silvio Berlusconi.