Prima del Conclave emerge una posizione occidentale ed una orientale. E gli italiani, stanno a guardare
L’ipotesi di un Conclave anticipato sembra pian piano sfumare mentre i 4.000 giornalisti internazionali accreditati e la conferenza stampa di ieri del rappresentante della Conferenza Episcopale Americana, lasciano intravedere tre linee ben precise che si stanno delineando nel Conclave in Cappella Sistina, che sarà oggi chiusa al pubblico per la bonifica ambientale.
La corrente americana preme per risolvere una volta e per tutte la questione pedofilia all’interno della Chiesa, con una presa di posizione ferma che porterebbe ad un papa che condannerà apertamente e con punizioni esemplari i trasgressori. Una linea “rumorosa”, molto americana che mal si concilia con la riservatezza tipica del Vaticano, una riservatezza che scricchiola sempre più e mal si concilia alle necessità della Chiesa di oggi.
Dall’altro lato il mondo sposta il suo asse di riferimento verso est e si guarda con estremo interesse al cardinale filippino Luis Antonio Gokim Tagle, abbastanza lontano dalla Cina per non creare un caso diplomatico e al tempo stesso in uno dei luoghi in cui il cristianesimo è in crescita e sempre nuovi fedeli si avvicinano al rito romano.
La corrente sudamericana per ora non è riuscita a trovare altri appoggi mentre si guarda con estrema attenzione alle parole del cardinale Scola, d’accordo con la corrente americana nel discutere bene e a fondo i problemi della Chiesa nel rapporto con la pedofilia, ma al tempo stesso attento conoscitore delle trame di Curia, con una serie di garanzie da fornire, dato che in Europa la candidatura di Scola è una delle più accreditate.
Nel frattempo i tre cardinali che hanno presentato il dossier Vatileaks al papa emerito sono tra i più tallonati, per cercare di capire prima del fatidico momento, quali sono i rischi e le insidie che si annidano nel covo di vipere cresciuto sotto il Cupolone, dove sono arrivati corvi a portare notizie fuori dalle mura vaticane per salvare la Chiesa, oppure per liberare le vipere, come sostiene ufficialmente il camerlengo Bertone, prudente in questa prima fase dato che ogni sua mossa viene seguita e giudicata da stampa e cardinali extra-europei.
L’unica cosa certa è che se il papa non dovesse essere un italiano, il Vaticano diventerà una vera e propria religione multilaterale, in cui Roma rimane solo una sede storica pian piano svuotata di potere, necessariamente diretto lì dove si decidono le sorti del mondo.
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