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Finito il Campionato di Serie A è tempo di bilanci. Ecco le pagelle del 2013 | Informazione
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Finito il Campionato di Serie A è tempo di bilanci. Ecco le pagelle del 2013

Tempo di bilanci per la serie A. Con la chiusura del campionato e la finale di Coppa Italia da giocare tra Roma e Lazio per l’ultimo posto in Europa League, è già possibile fare una pagella delle 20 squadre che hanno partecipato al Campionato 2012/2013. Un campionato da record, con più di mille gol segnati e che tutto sommato, ha avuto una classifica molto corta tra le squadre di medio-bassa classifica:

Cominciamo dalla prima della classe, la Juventus di Antonio Conte è un collettivo che per la seconda volta consecutiva mette le mani sul campionato, basandosi sul gioco di squadra, aggressivo, corale e vincente. L’impegno di Champions inceppa la macchina perfetta e se come capocannoniere si trova Vidal, è facile capire che oltre Vucinic, a questa squadra manca qualcosa davanti. Se la Juventus intende rinforzare altri reparti, o punta sull’esplosione di Giovinco e Quagliarella, curando anche Vucinic, dovrà pesantemente mettere mano a portafoglio. Trovare un attaccante in grado di segnare i suoi 20 gol a stagione in un campionato complesso come quello italiano, non è facile.

Per dare la misura dell’impresa del Napoli, basta guardare ad alcune cifre: la squadra di De Laurentis rispetto alla Juventus ha 4 pareggi in più e lo stesso numero di sconfitte, segno che una maggiore attenzione a chiudere i risultati, avrebbe potuto portare la squadra di Mazzarri a lottare per lo scudetto e magari, a vincerlo. Ma come detto, questi sono i numeri del Napoli di Mazzarri, in grado di non far sentire l’addio di Lavezzi e di portare Edison Cavani a chiudere la stagione con 29 gol. L’addio di Mazzarri prelude a quello di Cavani, anche con 60 miliardi in più, non sarà possibile garantire al Napoli la stessa potenza di fuoco di quest’anno. Se l’ingresso in Champions League permetterà di trattenere Cavani un altro anno, portando Rafa Benitez in panchina, il Napoli potrà ancora dire la sua per il campionato e regalare qualche soddisfazione ai suoi tifosi in Europa.

Il Milan agguanta il terzo posto valido per i preliminari di Champions League a 2 minuti dalla fine di una stagione di passaggio estremamente complicata. Con 12 giocatori venduti, il Milan ha chiuso un ciclo ed ha dovuto puntare sui giovani, dopo le prime giornate il faraone El Shaarawy ha letteralmente preso per mano la squadra e l’ha rapidamente fatta risalire in classifica, salvo poi rifiatare sul finire di stagione. Finita la benzina per El Shaarawy ci ha pensato Pazzini a garantire il giusto apporto di gol alla squadra, ad un passo dall’impresa di buttare fuori dalla Champions il Barcellona ma pesantemente distratto in difesa, dove l’assenza di Thiago Silva e di due terzini all’altezza si fa sentire. L’arrivo di Balotelli ha garantito la spinta necessaria a rimontare fino al terzo posto, con il giovane Niang ancora in rampa di lancio. La forza di questo Milan è nell’età media dei suoi nuovi protagonisti, ma occorre rafforzare il centrocampo e la difesa. Tenere Allegri vuol dire spendere qualcosa sulla squadra, portare un novizio come Seedorf in panchina, prelude ad un Milan low cost.

La Fiorentina di Montella è stata annunciata come la sorpresa dell’anno e non ha deluso le attese ed in prospettiva, è la squadra che può fare un ulteriore salto di qualità. L’arrivo in sordina di Giuseppe Rossi può garantire per il prossimo anno una varietà in attacco in grado di aggiustare ogni partita in corsa, Ljacic è un giocatore in crescita e Jovetic, se non dovesse essere ceduto, può essere il perno di una squadra che il prossimo anno punta dritta alla Champions e a farsi valere in Europa League. Occorre una giusta gestione di cessioni e acquisti per non snaturare la squadra.

L’Udinese di Guidolin è l’anomalia portante del nostro calcio. In grado di sfornare campioni a ripetizione che rimpinguano le casse della società, ogni anno la dote di gol di Antonio Di Natale gli permette di rimanere ai piani alti della classifica (solo quest’anno sono 23). Una squadra “selvaggia” che è stata forgiata ad immagine e somiglianza di Guidolin, a tratti timido quando è in alta quota ma estremamente concreto.

La Roma è un continuo cantiere aperto. Segna quasi quanto il Napoli ma incassa quanto una squadra retrocessa, ma d’altronde, Zeman ha sempre praticato un certo tipo di calcio. Andreazzoli ha portato i punti decisivi per chiudere la stagione al sesto posto e si dovrà accontentare di una pacca sulla spalla. I suoi giocatori si trovano a memoria in fase offensiva ed è bastato aggiustare le cose in fase difensiva per avere risultati incoraggianti. Se Lamela e Osvaldo sono assieme a Totti e Destro i top player in grado di tenere ai piani alti la Roma, preoccupa la gestione di De Rossi, uno dei nostri migliori centrocampisti ed uno dei migliori al mondo troppo sottotono. Occorre recuperarlo anche in vista della Confederations Cup e del Mondiale.

La Lazio ha una costante da un paio di stagioni: una squadra temibile a pieno organico, in grado di stare tra le prime 3 che si sgonfia alla distanza dopo una serie di infortuni. La panchina lunga costa parecchio e se quest’anno Petkovic ha fatto peggio di Reja è solo perché in Europa League si è spinta molto in avanti e si sta per giocare la finale di Coppa Italia con la Roma, sfida che garantirà l’accesso all’Europa League. Anche qui, una spesa maggiore da parte di Lotito, garantirebbe un’altra posizione a questa squadra, considerato che Klose non è eterno.

Il Catania di Maran è una delle sorprese del  campionato. Un allenatore con fame di vittoria proveniente da quella fucina di talenti che è il Varese che porta a compimento il lavoro iniziato da Simeone (allenatore che ha battuto Mourinho) e Montella e trova l’equilibrio giusto in questa squadra argentina trasferitasi ai piedi dell’Etna. Si gioca sull’equilibrio dei reparti e senza l’assillo della classifica, ma le sirene del mercato rischiano di portare via i protagonisti di una stagione storica.

L’Inter torna al 1999, quando Ronaldo era infortunato e la squadra galleggiava a metà classifica senza identità. Fuori dalle coppe Europee, la squadra di Stramaccioni detiene il record di vittorie consecutive lontano da San Siro ed il record di sconfitte in una stagione, dopo essere stata ad un punto dalla Juventus. Pazza Inter? Javier Zanetti a 40 anni rimane uno dei migliori del campionato italiano e sembra averne per almeno un altro anno ma i problemi dell’Inter derivano dalla gestione tecnica. Stramaccioni è arrivato sull’onda dell’entusiasmo della Champions League vinta con la primavera, ha dimostrato di essere ancora acerbo nella gestione della fase difensiva. Ben 15 infortuni nel momento finale della stagione non sono imputabili alla sfortuna, ma ad una pessima gestione da parte dello staff in cui conta anche la preparazione atletica. La rifondazione passa dalla gestione di uno staff affiatato, in cui Branca deve avere un suo posto, magari al di fuori di questa squadra.

Il Parma di Ghirardi è arrivato rapidamente a prendersi la salvezza, Donadoni ha centrato in pieno il suo obiettivo con largo anticipo e si è cullato fino alla fine. Questa squadra potrà rimanere a lungo in Serie A poi, dovrà decidere a che lato della classifica guardare.

Il Cagliari ha subito una stagione in grado di abbattere un toro ma con l’arresto del suo presidente, le trasferte alla Is Arenas, senza pubblico di casa e con un dissesto societario costante si è salvata con ampio anticipo grazie al suo reparto offensivo, ed una cosa che nel calcio paga: Cellino non ha potuto costantemente destabilizzare la squadra facendo cambi in panchina e la squadra ne ha guadagnato in serenità.

Il Chievo Verona ha trovato in Corini l’allenatore ideale in grado di far funzionare i meccanismi di una squadra ed un ambiente che conosce a memoria. Finché avrà un attaccante con almeno 11 gol a stagione potrà stare tranquillo, mentre l’esplosione di Paloschi potrebbe essere l’arma in più, specialmente con l’arrivo di un Verona intenzionato a fare sfracelli anche in Serie A.

Il Bologna di Pioli ha il merito di aver ridato motivazioni ad un campione del mondo come Alberto Gilardino, mentre Diamanti dovrà decidere se rimanere o fare il salto in una grande squadra. Serenità nell’ambiente societario e programmazione portano i loro risultati, garantendo una salvezza con largo anticipo.

La Sampdoria è una squadra in grado di crescere rapidamente. E’ l’anti-Juve, negli scontri diretti è l’unica che è riuscita a battere due volte la corazzata di Conte e negli scontri diretti tira fuori il meglio di sé. Ma il campionato italiano è lungo e con la guida di Delio Rossi si potrà vedere una squadra con un gioco offensivo molto interessante. Se la fase difensiva viene curata, la Samp si candida a sorpresa del campionato per il prossimo anno.

L’Atalanta non ha avuto la frusta come l’anno scorso dove è riuscita a spazzare via la penalizzazione sin da subito e con Denis a tenere il reparto offensivo con 15 gol si prende la sua salvezza con largo anticipo e vivacchia fino alla fine. Una maggiore costanza può regalare soddisfazioni ai propri tifosi.

Il Torino si è ammalato della pareggite di cui soffriva la squadra di Conte l’anno scorso, con la differenza che i bianconeri ci hanno vinto uno scudetto contro il Milan, mentre la squadra di Ventura si è presa il rischio sul finire di dover lottare per la retrocessione. Lo spogliatoio è attraversato da forti tensioni, tenute a bada dall’allenatore. Con il presidente diventato manager de La 7 qualche investimento in più è atteso, mentre la sequela di punti persi negli ultimi minuti lascia intravedere un grosso lavoro per chiunque rimanga sulla panchina del Toro.

Il Genoa è uno dei misteri del campionato. Ha una squadra il cui potenziale le permetterebbe di stare a metà classifica, ma senza i 12 gol di Borriello e la penalizzazione di 6 punti del Siena sarebbe già in Serie B. Troppa leggerezza in difesa per una squadra che il prossimo anno dovrà lottare fino all’ultimo per rimanere in Serie A.

Il Palermo può tranquillamente imputare la sua retrocessione al presidente Zamparini. Se fosse stato allontanato dalla società come accaduto a Cellino con il Cagliari, i rosanero avrebbero festeggiato il loro decimo anno di permanenza in serie A. Questa squadra è stata in grado di arrivare per 2 volte al quinto posto, ad un passo dalla Champions League, sfuggitagli per un punto prima contro il Milan, poi contro la Sampdoria. E’ stata una spina nel fianco delle grandi, soprattutto del Milan che ha preso qualche sconfitta cocente e si è giocata la finale di Coppa Italia con l’Inter, arrivando ad affrontare lo Schalke 04 in Europa League quando la squadra tedesca si giocava la vittoria in Bundesliga. L’anno scorso Devis Mangia ha compiuto un piccolo miracolo sportivo, al punto da guadagnarsi la guida dell’Under 21 della nazionale italiana. Se Zamparini avesse speso oculatamente i suoi soldi per rafforzare la squadra invece che buttarli via per gli allenatori, questo Palermo avrebbe potuto rimanere in Serie A e magari, continuare a dire la sua nel calcio che conta. Il futuro è un’incognita, la vita in serie B sarà dura.

Il Siena parte da una amara certezza, senza la penalizzazione sarebbe ancora in Serie A. Ma si tratta di un alibi fragile, l’Atalanta ha fatto lo stesso percorso e l’anno scorso sarebbe arrivato in Europa League. La Siena calcistica paga anche l’annus horribilis di una città martoriata dalla storia del Monte dei Paschi di Siena, ma ha i mezzi per tornare rapidamente in Serie A.

Prendete una macchina da gol, poi mandate via l’alleantore, l’erede di Pirlo e tre bomber e poi provate a vedere cosa rimane del Pescara. Ben 84 gol subiti a fronte di 24 gol segnati dovrebbero dare la misura di una squadra che ha trovato solo 6 vittorie in Serie A e rischia seriamente di fare un doppio salto indietro alla Lega Pro. Il ritorno di Zeman potrebbe non bastare.

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