Cipro terrorizza l’Europa, ecco cosa aspetta i paesi insolventi

Per tre giorni i conti correnti dei ciprioti saranno bloccati, mentre i primi conti trasferiti all’Estero, ovvero quello dei dirigenti del paese e di qualche bene informato tra i dirigenti della banca centrale. Per tutti gli altri, è assolutamente vietato non solo accedere ai propri conti bancari, ma sarà prelevata una cospicua cifra per permettere al governo cipriota di presentarsi di fronte l’Unione Europea per accedere ad un piano di salvataggio di 10 miliardi di euro, una cifra di molto superiore a quella dell’intero PIL di Cipro. 

Quello che sta accadendo ad uno dei paesi più piccoli dell’Unione Europea è esattamente in linea con quanto previsto dagli attuali accordi con l’Unione Europea. I paesi insolventi saranno pesantemente puniti, mentre con estrema incautela dall’inizio dell’anno sono stati portati via da Cipro ben 20 miliardi di euro, una vera e propria fuga di capitali che ha generato un effetto valanga che ha infastidito l’Ecofin.

Proprio dall’Ecofin è arrivata la decisione, ancora più dura rispetto alla Grecia, che prevede una tassazione diretta del 6,5% per i conti correnti inferiori ai 100 mila euro e del 9,9% per i conti correnti superiori ai 100 mila euro. Il tutto avviene mentre da Berlino arrivano due importanti notizie.

La prima riguarda la nuova riunione della Commissione Trilaterale, dove USA, Giappone ed Unione Europea si guarderanno in faccia e decideranno una volta per tutte come armonizzare l’attuale situazione economica mondiale. Da un lato abbiamo il Giappone che prova a ripartire dopo la svalutazione dello yen, dall’altro l’Europa avviluppata dalle spire della recessione e del vincolo di bilancio che non permette investimenti e gli USA, in forte crescita e con Wall Street ai massimi da 5 anni.

Uno dei segreti è stata la non adozione dei metodi di Basilea 3, ovvero quell’insieme di accordi interbancari approvati tra il 2007 ed il 2008 per arginare l’uso di derivati finanziari tossici. Creati a Wall Street e discussi in Svizzera, gli accordi di Basilea 3 non sono mai stati applicati dall’amministrazione Obama, permettendo mani libere ai manager che in cinque anni sono tornati selvaggiamente a dettare legge sui mercati internazionali.

Una situazione che oggi paga, nonostante si stia alimentando una nuova bolla speculativa in grado di travolgerci tutti  senza possibilità che le banche centrali possano arginarne gli effetti. La bolla degli OTC ha sfondato quota 800 trilioni di dollari, una cifra che non può essere assorbita da nessuno stato al mondo e potrebbe cancellare la valutazione di tripla A a qualsiasi paese al mondo.

L’altra notizia proveniente da Berlino è la nuova stoccata del presidente della Banca Centrale Tedesca, uomo vicino alla Merkel. Dopo aver puntato il dito verso l’Italia come epicentro di nuove perturbazioni sui mercati europei, ha fatto notare qualcosa di ovvio che nessuno aveva avuto il coraggio di affermare, almeno ad alti livelli.

Il potere di cui dispone Mario Draghi ed i suoi uomini presso la Banca Centrale Europea è quello di un governo ombra in grado di decidere i destini di ogni singolo paese e non risponde a nessuno. Non è un organo eletto, non è soggetto a controlli esterni e non c’è possibilità di discussione politica che cambi le decisioni dell’Euro Tower. Si possono prelevare dai conti correnti dei cittadini i fondi che servono a rifinanziare le banche senza chiedere il loro permesso, come accaduto a Cipro oppure si può spingere un paese a cambiare il proprio governo, in modo tale che sia più “propenso” a politiche di rigore ed austerità.

Sembra ovvio, ma le ripercussioni potrebbero colpire l’Italia questa estate.