E Grillo propone l’armistizio belga. Una proposta sul tavolo alternativa al tecnico.
La sensazione diffusa è che lo scontro ieri abbia raggiunto il suo apice. Oggi, forse complice il clima pasquale da lavanda dei piedi, i toni sono finalmente propositivi e la prima offerta politica arriva proprio dal Movimento Cinque Stelle, sulla falsa riga del modello belga, dove per due anni non si è raggiunto un accordo su di un governo ed il Parlamento ha votato i provvedimenti più urgenti, mantenendo i propri ministri solo per gli affari più urgenti.
Si può fare, la proposta non è del tutto campata in aria, ma passa necessariamente dal Quirinale. Moody’s e Standard & Poor’s aspettano soltanto la decisione finale di Giorgio Napolitano per lanciare la propria scure sul rating italiano, con i primi effetti devastanti che si iniziano a misurare nei mercati internazionali, dove lo spread sale ed i nostri titoli di Stato iniziano a non essere più acquistati come qualche settimana prima.
Dopo gli insulti volati ad alzo zero e la spaccatura del paese in tre parti uguali, forse una strada inizia a palesarsi. L’altra alternativa è quella di un nuovo tecnico, alternativo a Monti che riesca a mettere d’accordo almeno due dei tre blocchi parlamentari. Circolano i nomi di Gustavo Zagrelbesky e di Giuliano Amato, bruciati in questo modo dalla corsa al Quirinale, dove anche il nome di Gianni Letta sembra quello più forte.
Ma esiste anche un’altra possibilità , tanto remota quanto affascinante, per molti aspetti. Giorgio Napolitano dal 15 aprile sarà un Presidente Emerito ed in quanto tale, senatore a vita. Ma in quanto tale, potrebbe benissimo essere quel tecnico in grado di fare il Presidente del Consiglio e traghettare questa legislatura verso un percorso istituzionale di rinnovamento a tempo, in modo tale da portare il paese a nuove elezioni in condizioni migliori.
Ma Giorgio Napolitano sarebbe disposto a lanciarsi in questa nuova e stressante sfida politica alla soglia dei novant’anni? L’età non è di per sé un problema, la sua tempra e la sua energia sono note, ma più una questione di opportunità . Rimettere in gioco la propria carriera politica dopo aver raggiunto l’apice può essere controproducente, anche nell’ulteriore salvataggio dell’Italia.
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