Un'idea italiana che sarà adottata da Obama ed è pronta a rivoluzionare l'economia

L’idea era stata più volte presentata da Mario Monti anche in sede europea, era stata una delle più interessanti tra quelle venute fuori nella breve, ma intensa, stagione del capitalismo verde o “socialcapitalismo” di cui si è discusso durante l’inizio della crisi nel 2008 e che è stata accantonata rapidamente per far prevalere rigore di bilancio. Adesso che i bilanci sono stati messi in ordine, il primo paese al mondo a voler passare dalla teoria alla pratica, sono proprio gli USA di Obama.

L’idea è quella di ricalcolare il PIL non legandolo esclusivamente al prodotto materiale di un paese, ma anche ai servizi, facendo diventare quelle che oggi sono calcolate come voci di spesa, voci di crescita, rilanciando in modo netto la valenza economica di tutto quel capitale culturale che genera profitti e non può più essere calcolato come fondo di spesa.

Il risultato? Le “spese” per la cultura, la scuola e l’istruzione pubblica diventano voci di crescita, il territorio viene stimato, calcolato e conteggiato come risorsa interna che ogni anno può generare profitto ed anche lo stato delle foreste e dei beni culturali incide sul valore prodotto ogni anno da uno Stato.

Una rivoluzione che partirà a luglio, con il bilancio ed i conti statali degli USA pronti ad essere ribaltati ed una lezione che servirebbe alla vecchia Europa. Beffa ancora maggiore se pensiamo che l’idea è made in Italy ma le idee, come i brevetti, non sono una tradizione seguita in un paese in cui l’unica golden rule è lasciar marcire il patrimonio artistico più grande al mondo, far cadere a pezzi Pompei, investire l’1% del PIL nell’istruzione e distruggere progressivamente il nostro territorio.

Una primissima stima per l’Italia proietterebbe in avanti il Belpaese nelle classifiche Ocse. Di colpo, l’Italia vedrebbe ridotto il suo debito e valutato per la prima volta in termini economici, il suo intero capitale di risorse naturali ed artistiche. Con buona pace del grigio rigore teutonico.