Canapa e cannabis, il vero tormentone estivo
Mentre parte la caccia del tormentone estivo, quello passato in continuazione da qualsiasi radio, in qualsiasi lido ed in qualsiasi festa notturna, dando un’occhiata anche distratta a riviste, giornali e programmi di approfondimento, l’unico vero tormentone estivo sembra quello relativo al discorso sugli effetti della cannabis e le pene per chi possiede canapa o fa uso dei suoi derivati. I dati forniti dalle forze dell’ordine parlano di un calo generale dell’uso di droghe pesanti a favore di quelle più leggere ed inevitabilmente, il tema è diventato uno dei più affrontati. La questione è così complessa che prima di schierarsi da un lato o dall’altro, è bene tener conto di un paio di fatti storici, ricerche, risultati.
La canapa è una fibra tessile ricavata dai fusti della Cannabis Sativa, estremamente resistente e molto usata fino ai primi anni 20 quando venne scoperta la possibilità di realizzare anche biocarburante da quella pianta multifunzionale, estremamente facile da coltivare ed in grado di attecchire ovunque. Una vera e propria mazzata per la lobby del petrolio americano, in rapidissima ascesa. Proprio in quegli anni, gran parte dei soldi spesi per foraggiare le campagne elettorali dei presidenti degli Stati Uniti, furono usati per far approvare al Congresso norme repressive sulla canapa ed i suoi usi.
Il “cavallo di troia” usato per stoppare l’uso di canapa fu quello di identificare l’uso delle foglie essiccate come droga leggera. La canapa appartiene alla stessa famiglia del luppolo, usato per la produzione di birra e ha effetti comuni a quelli noti del tabacco, commercializzato in tutto il mondo. Da allora in quasi tutti i paesi del mondo i legislatori hanno integrato nei codici penali dei propri paesi pene molto severe per scoraggiare sia la produzione che la diffusione e l’uso della canapa e dei suoi derivati.
Per capire fino a che punto ci si è spinti, basta analizzare il caso italiano. In Italia lo stupro viene punito con una detenzione che va dai 5 ai 10 anni che può salire da 6 a 12 anni per stupri su minori. La detenzione di esplosivi, con pene da 1 a 5 anni come per l’adulterazione di cibi e bevande. Se poi pensate di rapinare qualcuno usando un’arma, si rischia dai 4 anni e 6 mesi fino ad un massimo di 20 anni, ma se possedete canapa o derivati, la pena prevede da 6 anni a 20 anni di carcere per spaccio.
Persino un camorrista che abbandona o traffica materiale radioattivo sconta una pena molto più bassa, da 6 mesi a 3 anni e se qualcuno si ammala di una malattia mortale a causa dei rifiuti radioattivi abbandonati per fare soldi sporchi, rischia “solo” una pena da 4 anni fino ad un massimo di 10 anni.
Qualcosa, non funziona. Gli effetti sul cervello umano del THC non sono scientificamente validi per tutti proprio perché l’interazione con i recettori del cervello umano variano a seconda delle condizioni del fumatore. Le uniche cose su cui tutti gli studi convergono è che l’abuso in età adolescenziale, quando il cervello umano si sta ancora formando e l’uso prolungato, ha degli effetti concreti sulla capacità di attenzione.Â
Da studi accertati e dall’esperienza quotidiana, si sa che l’abuso di alcoolici, zuccheri e persino l’abuso di sostanze per il miglioramento delle prestazioni sportive, comporta gravi danni al corpo umano. Con l’abuso di cibo, il corpo produce grassi che interagiscono con il sistema cardio-vascolare e persino l’abuso di acqua, può portare scompensi alla macchina umana.
Una cosa è certa. Lì dove il commercio della canapa e dei suoi derivati è stato legalizzato, si è attivato un circuito economico positivo che ha permesso la creazione di posti di lavoro ed ha riportato alla decisione dei singoli l’uso e l’abuso di una sostanza potenzialmente pericolosa, come è potenzialmente pericoloso non solo l’alcoolico, ma anche il gioco d’azzardo.
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