La giustizia sportiva nel paese che fa del calcio una religione

Prima di prendere insulti dai tifosi juventini e l’altra metà del mondo ultras italiano che tifa per un’altra uno dei temi che tiene banco alla vigilia del prossimo campionato, occorre raccontare una storia della prima parte di questa rovente estate. L’integgerrimo procuratore Palazzi, protagonista secondo il mondo bianconero di una forma di “vendetta sportiva”, prima della sentenza di primo grado è stato pizzicato in un bar mentre parlava liberamente di come si sarebbe scagliato contro Conte, allenatore della Juventus, non menzionando Bonucci e Pepe. Sin dalla prima sentenza, l’attenzione dei giudici si è infatti concentrata sul coach bianconero piuttosto che sui due giocatori, vicini al giro della Nazionale.

In un regolare processo le parti in causa avrebbero potuto chiedere la sostituzione del pm ma la gestione della vicenda da parte della società torinese ha lasciato molti di stucco. Se Conte era davvero all’oscuro di una combine tra i suoi giocatori, perché chiedere preventivamente il patteggiamento della pena? Una mossa che in caso di colpevolezza accorcia la squalifica ma che da molti è stata percepita come una mossa per evitare guai seri. Il giudice sportivo nei primi due gradi di giudizio ha seguito la stessa linea, ma le due sentenze emesse finora lasciano una serie di gravi quesiti sul tavolo. Se si tratta di una vendetta anti-juventina, Bonucci e Pepe si sono

salvati grazie alla maglia della nazionale? Forse il CONI ha voluto evitare un altro scandalo dopo quello del maratoneta Schwarzer che ha macchiato le olimpiadi 2012? Se non è così ed il supertestimone si è contraddetto più volte e dalle sue dichiarazioni non è stato possibile accusare alcuni giocatori, come è possibile che il Siena, squadra allenata all’epoca da Conte, non è stata punita ma viene punito esclusivamente l’ex allenatore? Ancora una volta la necessità di giocare partite pagate milioni di euro dalle televisioni costringe all’ennesimo inciucio all’italiana, dove per evitare di fare piazza pulita si predispongono soluzioni di comodo che peggiorano la situazione di partenza.

La religione più seguita in Italia, quella calcistica, si appresta a riaprire i propri templi ed i suoi adepti sono pronti ad occuparsi di tutto quanto giri attorno al pallone. Probabilmente, dato lo scarso interesse per un campionato che già da oggi dimostra i reali valori in campo, questa stagione sarà ancora densa di veleni ed il calcio vero sarà relegato ai margini. Quando le televisioni cominceranno a dare meno soldi, probabilmente anche la giustizia sportiva sarà più simile a quella di un vero tribunale.