Batman arrestato mentre il PDL cambia la legge anti corruzione.
E’ di pochi minuti fa la notizia che la Guardia di Finanza ha arrestato l’ex consigliere della Regione Lazio e capogruppo PDL, Giuseppe Fiorito, accusato di appropriazione di circa un milione e 300mila euro. La difesa dell’avvocato Taormina è di quelle che rimangono scolpite nella storia. Il provvedimento del gip sarebbe invalido perché
l’ipotesi di peculato non è pertinente. Quando il denaro pubblico entra nelle tasche di un partito, piaccia o non piaccia, diventa denaro privato, se ci si trova davanti a un reato questo è quello di appropriazione indebita, dove l’arresto non è consentito
Una spiegazione a posteriori della correttezza della corruzione e dell’uso sistematico di soldi pubblici a scopo personale, motivata a difesa di Fiorito, meglio noto all’opinione pubblica come ‘Er Batman. Una situazione che però potrebbe presto cambiare anche per altri consiglieri della regione Lazio. Se la motivazione dell’arresto verrà confermata, potrebbero esserci gli estremi per la carcerazione di altri componenti del consiglio regionale del Lazio trovati a falsificare fatture per ridimensionare lo scandalo di soldi pubblici sprecati.
In questo caso, la posizione garantista del PDL sarebbe un boomerang in grado di smontare il partito dall’interno. Dopo l’addio dell’ex ministro Prestigiacomo dalle file del partito di Berlusconi, la legge che introduce nuove sanzioni contro la corruzione è stata riempita di emendamenti che mirano a salvare il Cavaliere dal procedimento giudiziario in corso a Milano riguardo il caso Ruby.
Dopo aver depenalizzato il falso in bilancio, il PDL rimane avvitato a salvaguardare il proprio leader e fondatore e non ha spazio di manovra per proporre proposte concrete e per arginare l’ondata di malcontento proveniente dalle proprie fila. Un costante e manifesto disinteresse verso un’emergenza istituzionale potrebbe essere il colpo decisivo al PDL che continua a perdere voti e vede la ripresa, in una sola settimana, del Movimento Cinque Stelle che riguadagna il consenso perso dopo l’affaire Favia.
Si attendono altri sviluppi provenienti dalla regione Lazio mentre si profila all’orizzonte un nuovo scandalo, con 11 miliardi di euro spesi dalle province in modo non trasparente che potrebbe portare al commissariamento di alcuni enti locali prima della sparizione delle province che non rientrano nei criteri imposti dal ministero per continuare ad esistere.
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