Elezioni USA, nonostante la vittoria nei dibattiti, la partita rimane aperta. Ecco le ultime novità

Una delle polemiche più recenti riguarda l’uscita di uno dei maggiori sostenitori della campagna elettorale del candidato repubblicano Mitt Romney. Il senatore Mourdock avrebbe sostenuto la necessità per le donne di non abortire, anche in caso di stupro, adducendo incredibili motivazioni religiose. Un’uscita talmente imbarazzante da costringere l’establishment repubblicano a chiedere scusa, portando sia Romney che l’ex candidato Mc Cain a chiedere un passo indietro. Un autogol tremendo che costa qualche voto a Romney ma con un’Obama che su Twitter è dato pesantemente in svantaggio e viene minacciato dal miliardario Donald Trump.

Il multimilionario si dice in possesso di un segreto in grado di stroncare la campagna elettorale di Barack Obama, scatenando un vero e proprio tam-tam proprio su Twitter, uno dei social network dove i repubblicani si sono mobilitati in massa. Analizzando il traffico Facebook e Twitter, pare proprio che lo staff di Obama si sia concentrato di più sul social network di Zuckenberg da dove partì la costruzione della grande vittoria del 2008.

Donald Trump, forte del milione di followers, ha cercato di far pendere la bilancia dei tweets a favore di Romney, facendo circolare la voce di un presunto divorzio tra la First Lady e Barack Obama, notizia tra l’altro non confermata né dalle parti in causa né dallo stesso Trump.

La campagna elettorale entra nel vivo, nonostante la maggiore capacità di Obama di convincere il pubblico femminile e di mostrarsi come valido commander in chief deve difendersi dall’attacco dei repubblicani incentrato sul tema economico, con Romney che non parla di come il suo partito al senato abbia tentato di stoppare i disegni di legge di Obama ma punta il dito sulla crescita bassa e sul rapporto di “sudditanza” nei confronti della Cina.

Due giorni dopo le elezioni americane anche la Cina deciderà il nome del proprio successore, sbloccando il colosso cinese da una situazione di stallo che perdura da quasi un anno a causa delle guerre interne al partito per garantire la sua successione.