Due popoli in due stati, il mondo accetta la Palestina mentre Israele avvia nuove colonizzazioni
Nel pomeriggio di ieri sera, il Governo Italiano ha sciolto la riserva sul suo voto favorevole al riconoscimento della Palestina come stato osservatore non membro dell’ONU. Un passo importante verso il pieno riconoscimento, l’ultimo step prima del riconoscimento ufficiale, che potrebbe sbloccare il processo di pace nell’area ma che dopo i giorni di tensione di CloudPillar sembra preludere a nuove tensioni.
Se infatti Abu Mazen e la dirigenza di Hamas possono valutare come un pieno successo quanto accaduto dopo le settimane di tensione, Israele ha subito autorizzato la costruzione di alloggi per tremila coloni su territorio palestinese, come ritorsione alla decisione appoggiata da 141 paesi, membri dell’ONU.
Tra gli astenuti di spicco, Gran Bretagna e Germania, che dopo essere diventati nel 1948 tra i principali fautori dello stato israeliano su suolo palestinese, hanno preferito non caricare politicamente il loro voto, sia per non indispettire l’alleato USA nel caso di David Cameroon, sia per evitare di alimentare polemiche antisemite Angela Merkel, alle prese con un ammonimento della Federal Reserve per il suo comportamento in campo economico che sta rallentando la crescita dell’Eurozona.
Oltre gli USA e Israele, i contrari a questo ulteriore riconoscimento sono la Repubblica Ceca, il paese con la più antica tradizione ebraica ancora oggi esistente in Europa, il Canada, da sempre legato agli USA e gli “irriducibili” Palau, Micronesia, Panama e le Isole Marshall.
Cosa cambia da oggi? Israele si sentirà legittimata a proseguire una serie di azioni di ritorsione nei confronti della Palestina e l’ONU testerà la sua effettiva capacità politica di pesare e contare qualcosa sul campo internazionale. Per intenderci, dovrà essere in grado di contrastare l’azione politica di USA e Israele e al tempo stesso, per dare effettiva validità a questa prima decisione storica, deve essere in grado di risolvere o appianare, una volta per tutte, la questione iraniana, vero ago della bilancia di tutta la questione mediorientale.
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