Debito greco abbassato a spazzatura ma Goldman Sachs sapeva da tempo.
Con il taglio del rating di Standard & Poor’s il debito greco è passato dal valore CCC, il minimo possibile a default selettivo, indicando agli investitori la possibilità che i titoli di Stato acquistati possano non essere rimborsati. In questo caso, il termine tecnico scelto è default selettivo ma la cosa curiosa è che i mercati non sembrano reagire male alla notizia. Come scoperto da un giornalista di Bloomberg, la notizia del default greco era nota da molto tempo. Ecco la storia di una crisi programmata ed annunciata.
Agosto 2010, la crisi economica annunciata da Nouriel Roubini, tra lo sconcerto e l’incredulità di una parte del mondo finanziario, si assiste allo scoppio della bolla dei mutui subprime che travolge in breve tutti gli investitori che hanno investito ingenti somme ad alti tassi di guadagno, acquistando a prezzi stracciati macchine, case, aziende, tutte poi travolte dalla richiesta di riscossione delle banche.
Nel frattempo, le banche scoprono di essere piene di titoli che prima assicuravano altissimi profitti in poco tempo, diventati non solo carta straccia, ma dei veri e propri titoli tossici, in grado di indebitarle fino a ridurle alla bancarotta. Il rischio è concreto e molti istituti di credito chiedono l’intervento degli stati nazionali, con la minaccia che l’intero sistema bancario potesse collassare.
In tutto questo, nell’agosto del 2010, un giornalista di Bloomberg segue la pista dei soldi che dalla Germania si sono mossi verso la Grecia, chiede il permesso alla BCE di controllare i conti che hanno mosso capitali dalla banca centrale verso il paese ellenico ma riceve una risposta piccata:
Il diritto di accesso alle informazioni concernenti la Bce, non può minare la tutela dell’interesse pubblico della politica economica dell’Ue e della Grecia
Cosa c’è di così pericoloso e devastante in quelle carte, al punto da minare l’interesse pubblico della Grecia e dell’intera Unione Europea? Dai libri contabili, consultabili già dal 2010, emergeva il quadro di un paese che aveva truccato i propri conti, viveva al di sopra delle sue possibilità reali e la BCE di Jean Claude Trichet, a conoscenza di questi fatti, non li divulgò.Â
La Germania però ebbe accesso a quelle carte, poté misurare per tempo il peso di quella voragine al punto da ritirare progressivamente l’esposizione degli istituti di credito tedeschi dalla Grecia. In un circolo vizioso da profezia che si auto-avvera, la fuga di capitali tedeschi accende l’attenzione sul debito sovrano greco, portando al primo caso di commissariamento di un paese da parte dell’Unione Europea, che costringe i greci ad eleggere un governo che accetti le condizioni imposte dalla troika, un organo di controllo economico che impone la distruzione del welfare greco.
La cosa ancora più sconvolgente, è che Goldman Sachs già nel 2001, a conoscenza della situazione greca, pomparono nel mercato ben 2,8 miliardi di credit default swap che di fatto, raddoppiarono il debito greco nel giro di dieci anni, nonostante i rischi di un’operazione del genere fossero noti a Bruxelles.
I mercati si preparano quindi a vedere la Grecia uscire dall’Unione Europea, prefigurando già nuovi scenari per la precaria unità monetaria continentale.
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