Scopriamo perché i Maya accolsero gli spagnoli come divinità . La storia di Quetzalcoatl
Passata la psicosi da fine del mondo generata da una pessima disinformazione sulla cultura Maya e dei popoli meso-americani, vorremo portarvi all’interno di un viaggio in tutto il mondo alla scoperta di una storia dimenticata, tramandata da sempre e che intende portarci molto lontano. Ci vorrà tempo, abbiamo appena buttato a terra un puzzle di migliaia di pezzi, ma sappiamo come montarlo. All’inizio vi sembrerà tutto confuso, ma pian piano, il quadro prenderà corpo sotto i vostri occhi, per mostrarvi qualcosa che è già lì sotto i vostri occhi, ma non riuscite bene a scorgere.
Il nostro viaggio parte da dove tutto doveva finire e da dove qualcosa, sta per cominciare. Partiamo dalla cultura Maya, assorbita poi dagli Aztechi, un popolo guerriero che scesero a valle e assorbirono la cultura Maya, portando il culto del sangue ad un livello maggiore. Se infatti nella cultura Maya i sacrifici umani erano ridotti a particolari periodi dell’anno o a calmare gli dei a causa di malattie e carestie, per gli Aztechi il sangue umano serviva a nutrire le divinità che dovevano far risalire il Sole dagli inferi.
Far mancare il sangue, non avrebbe permesso di far compiere al Sole il suo giro, con grave danno per tutti. Nello sterminato pantheon maya-azteco (che per intenderci, funziona come il pantheon greco-romano, dove le divinità cambiano nome ma rimangono sostanzialmente le stesse) le principali divinità erano suddivise in categorie da due:
- le divinità vecchie e quelle giovani,
- le divinità maschili e quelle femminili
- le divinità buone e quelle infernali.
Tutte andavano rispettate  e celebrate allo stesso modo, anche se alcune ovviamente erano tra le più preferite. Per rispettarle in egual misura, si consacrava l’anno ad una divinità a turno, in base al primo giorno dell’anno, suddiviso in 18 mesi da 20 giorni a cui si aggiungevano i “terribili 5 giorni” a chiusura dell’anno, in cui tutte le attività venivano sospese e si concludevano il giorno dopo con feste orgiastiche.
Fra le varie divinità vi era Quetzalcoatl-Kukulkan, il serpente piumato. Nelle culture antiche, il serpente era un simbolo di vita, il serpente che al suo passaggio modificava la terra per lasciar passare le acque, o lo distruggeva lanciando fiamme. Nella cultura Maya ed Azteca, il serpente porta sul dorso il mondo noto e Quetzalcoatl ha molte caratteristiche in comune con altre divinità a noi note.
Per un incesto con la sorella giovane, molto bella e volubile, si strappò il cuore e morì, ma nel mondo sotterraneo, generò il Quinto mondo ed il genere umano, gettando il suo stesso sangue sulle ossa delle specie precedenti, dando vita all’uomo come lo conosciamo oggi.
Tra le varie raffigurazioni delle divinità Maya-Azteche, Quetzalcoatl è l’unica divinità ad avere una folta barba, un naso dritto ed un grande occhio, molto simile a quello che si trovava sulle navi del Mediterraneo orientale tra il VI ed il II secolo a.C.
Ad un occhio più attento ed esperto, alcuni glifi raffiguranti Quetzalcoatl ricordano la raffigurazione dei guerrieri greci…ma con i vestiti ed i copricapi sacri ai Maya! Siamo in possesso di una serie di immagini che rendono palese questa rassomiglianza e prima di aggiornare questo articolo con questa foto, vorremmo che chi sta leggendo iniziasse a fare qualche ricerca per conto suo, partendo da un ulteriore indizio. Gli spagnoli che giunsero a Tenochtitlán furono accolti come divinità perché, come Quetzalcoatl, vennero da est con navi, erano bianchi e portavano la barba. Come è possibile tutto ciò?
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