Il PD si appresta a perdere la Lombardia, ma per il Senato gli servono Veneto e Sicilia

Con l’arrivo di Albertini e la candidatura di Maroni al Pirellone per la presidenza della Regione Lombardia, la partita del PD diventa al limite dell’impossibile. Albertini gode della stima dei cittadini e degli ambienti dell’interland milanese, Maroni ha dalla sua la capacità di far pesare il radicamento della Lega Nord in provincia e nei piccoli centri mentre il PD con Umberto Ambrosoli sembra essere il terzo incomodo, destinato comunque a fare da spettatore. E per il Senato, il partito di Bersani può anche permetterselo.

Stando infatti ai dati interni al PD e a Sel, ecco la situazione prevista per il Senato:
Cerchiati in rosso ci sono i dati più interessanti. La maggioranza assoluta al Senato corrisponde a 158 seggi, e la coalizione di centro-sinistra può permettersi di perdere una delle 3 regioni chiave, tra Lombardia, Veneto e Sicilia.

Nello specifico, la perdita della Lombardia, data quasi per scontata, porterebbe la coalizione di centro-sinistra a raggiungere comunque la maggioranza assoluta, con 165 seggi che rappresentano una buona soglia di sicurezza.

La perdita di Sicilia e Veneto cosa ancora meno a patto che la Lombardia venga strappata ai due candidati forti Maroni e Albertini, alfiere della Lista Monti che conta nomi di peso al suo interno.

Esiste poi un’altra scappatoia, difficile e rischiosa per il centrosinistra che all’indomani delle elezioni del 25 febbraio dovrebbe riuscire a strappare, sin dal primo giorno, un senatore alle opposizioni in modo tale da raggiungere la maggioranza assoluta al Senato, a patto che siano sempre tutti presenti e non ci siano ulteriori passaggi di seggi, in fuga dal centrosinistra.

Una partita complessa che riguarderà più il Senato che non la regione Lombardia, dove Albertini farà una sfida dura con Maroni, partendo con un leggero vantaggio che in un mese potrebbe anche perdere, a secondo di come verrà condotta la campagna elettorale.