Sorpresa, Israele non svolta a destra e si ferma al centro
Colpo di scena a Tel Aviv. Benjamin Nethanyau, premier israeliano, era pronto a festeggiare la sua riconferma alla guida della Knesset, dovendosi guardare le spalle dall’avanzata della destra religiosa ma dalle urne esce un risultato a sorpresa. Il secondo partito diventa  Yesh Atid, guidato dal giornalista Yair Lapid che con la sua formazione di centro consegna un pareggio inatteso.
A questo punto Shimon Peres, presidente della Repubblica israeliano, potrebbe dover convocare nuove elezioni se Yesh Atid non riuscisse a raggiungere un accordo con il Likud, il partito di maggioranza in caduta libera di consensi. Un risultato come detto inatteso che fotografa un paese diverso, progressivamente lanciato verso una convivenza pacifica con la Palestina piuttosto che teso al programma di Libermann, rappresentate di Shas che aveva promesso il servizio militare obbligatorio per tutti gli ebrei ortodossi e la riconquista dei territori presi dopo la guerra dei Sei Giorni.
Un paese diverso da quello che gli analisti politici si aspettavano e che dovrà misurarsi seriamente con le nuove generazioni che sentono sempre più lontane le necessità di ulteriore espansione di Israele per poterne garantire l’esistenza e la sicurezza interna.
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