Tunisia nel caos, dopo l'uccisione del leader d'opposizione, si cerca di evitare la deriva islamista
Finiti i regimi dittatoriali, i ragazzi della Primavera Araba ad un anno di distanza si scontrano contro un nemico ancora più pericoloso che un anno dopo ha preso il posto dei dittatori deposti. Dall’Egitto fino alla Libia ed alla Tunisia, le forze politiche che si ispirano ai precetti dell’Islam si sono fatte avanti, come capitato in passato anche in Europa con le forze vicine al mondo cattolico che hanno dato vita ai democristiani in Italia ed altri paesi. Il rischio però è un altro.
Il rischio è che nell’incertezza generata dal vuoto politico causato, si facciano avanti quegli estremismi che i regimi hanno tenuto fuori dai palazzi. Caso emblematico quello della Tunisia che ha già cambiato la sua Costituzione in modo estremamente più tradizionalista, peggiorando la condizione femminile delle tunisine e generando un malcontento che è esploso negli ultimi giorni.
A causare il ritorno violento in piazza dei giovani tunisini l’uccisione del leader dell’opposizione Belaid, principale rappresentante del Partito Unificato Democratico, ucciso da due sicari. Una situazione inquietante proprio mentre l’Assemblea Costituente è riunita e ha precipitato di nuovo la Tunisia nel caos. Il governo si è dimesso in blocco, si parla già di governo tecnico, ma dopo l’assassinio di Belaid, il re è nudo.
Quattro colpi di pistola a distanza ravvicinata da parte di due sicari in moto sono il segnale di un mandante politico che uccide chi ostacola l’ascesa della Sharìa al potere ma i giovani tunisini, non vogliono tornare indietro. Gli scontri sono cruenti, si iniziano a contare i primi morti ma se possibile, la situazione è molto più grave rispetto all’Egitto dove tutto sommato le istituzioni, hanno retto.
Una situazione che ci riguarda da vicino per molti motivi. Per cominciare, dai nuovi flussi di immigrati che in primavera invaderanno i confini del sud Europa per scappare da un paese pericoloso ma soprattutto, per capire il futuro dell’area. Come descritto in precedenza, la fortuna di questi sconvolgimenti politici, sta proprio nell’età media dei popoli sulla sponda sud del Mediterraneo, poco legati alle battaglie nostalgiche dei loro padri e più proiettati ai bisogni dei loro coetanei nel mondo.
Vedremo se le violenti proteste in Tunisia riguarderanno anche la Libia, dove continua a crescere un movimento di protesta nei confronti dell’invadenza degli estremisti islamici nel governo
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