Marquez spinge oltre il limite del cavatappi a Laguna Seca
Se Marquez sta partecipando adesso al suo primo anno di studi in MotoGp, i professori possono essere soltanto contenti di lui. Si applica, mostra di essere brillante e soprattutto, di avere quell’irruenza priva di qualsiasi scrupolo che distingue un buon pilota da una leggenda. Ha solo 20 anni, ma pensare di passare chi sulla chicane del cavatappi di Laguna Seca proprio Valentino Rossi, dimostra una maturazione che trasforma un pilota in ragioniere e furia spericolata a secondo della situazione.
Rossi non avrebbe potuto resistere più di tanto, le Honda avevano un passo superiore, lo testimonia l’arrivo del tedesco Bradl al secondo posto, con il Dottor Rossi primo tra le Yamaha, in grado di ricordare a Bautista di tenersi a debita distanza dal podio. Lorenzo soffre ancora tanto, forse più di Pedrosa ma essere in pista era fondamentale, con due cannibali a piede libero, prendere una decina di punti e finire la gara stremati può valere qualcosa a fine stagione.
L’inerzia del mondiale adesso è in mano al giovane Rookie che può mettere tra sé e gli avversari un margine di 50-60 punti da gestire. Un vantaggio che rimette in gioco tutti i Fantastici 4 e ridà pepe ad un mondiale molto più interessante di quanto non si pensasse. Più di un pensiero corre verso Andrea Antonelli, nella gara che avrebbe potuto lanciarlo nella sua categoria e che invece se l’è portato via. Non è mai facile descrivere la vita di un giovane spezzata in modo così cruento e violento, ma fa parte della scelta di un pilota ogni qual volta decide di salire in sella alla sua moto.
Oggi si è fatto molto per rendere le gare motociclistiche degli sport sicuri ma rimane sempre una componente di rischio. Non esiste consolazione, rimane solo il ricordo di un pilota che fino all’ultimo, ha fatto quello che sapeva far meglio. Correre.
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