Il decreto sull’incandidabilità tiene fuori dalla corsa proprio Silvio Berlusconi. Ecco i prossimi scenari
Nelle frenetiche ore di ieri, il Consiglio dei Ministri convocato, oltre a doversi prolungare per ben 5 ore a causa del voto di ieri che ha avviato la fine dell’attuale maggioranza parlamentare, ha varato un importante decreto che prevede l’incandidabilità per 6 anni di quei politici che si sono macchiati di reati con pene definitive superiori a due anni e prevede il decadimento automatico dalla propria carica, spazzando via l’ultimo residuo di tutela dei parlamentari, il cui arresto dipendeva dal parere favorevole della Camera di appartenenza.
Dando uno sguardo d’insieme agli attuali parlamentari, tra indagati e condannati i numeri parlano di quasi 117 parlamentari e tra questi, alcuni risultano condannati per reati superiori ai due anni. Ma tra di loro, il nome di Berlusconi è quello di maggior spicco, a causa del cosiddetto processo Ruby e del processo Mediaset che prevedono pene superiori a quanto previsto dal decreto approvato ieri dal governo Monti, silurato proprio dal PDL che annuncia il ritorno del Cavaliere.
Ma con lo scenario attuale, cosa potrebbe accadere? Il decreto ha effetto immediato ma va ratificato entro 60 giorni dal Parlamento. Questo significa che le Camere hanno tempo fino al 5 febbraio prossimo per firmarlo, altrimenti decadrà . Questo significa che in caso di election day il 10 febbraio, come prospettato dal PDL, ci siano le condizioni per ricandidare tutti, compreso Silvio Berlusconi. Ma da Roma arrivano segnali discordanti, con la prima data utile al voto indicata per il 3 febbraio, data in cui si possono concentrare il voto in Umbria, Lazio, Lombardia e verosimilmente anche quello nazionale.
Se Napolitano decide di accontentare il PDL e accorpare tutte le elezioni al 3 febbraio, Silvio Berlusconi e molti altri parlamentari rischiano di non essere candidabili a causa del decreto firmato ieri dal Governo. E a poco varrebbero gli appelli, i sit-in in favore di Silvio, le amazzoni o le toghe rosse, il problema da risolvere per il PDL sarebbe quello di avere un leader non a termini di legge.
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