Berlusconi da Santoro ha fatto la storia, ecco i punti più interessanti (parte seconda)

(…segue)Ore 22:34: Travaglio cita velocemente i problemi con le Olgettine e attacca sull’IMU, riprendendo tutte le dichiarazioni pubbliche rilasciate dalla salita di Monti fino a dicembre, con Berlusconi che affermava di aver suggerito lui Monti a Napolitano, di aver affermato come l’IMU fosse nella direzione intrapresa dal PDL. Berlusconi è costretto ad ammettere che sull’IMU avrebbero potuto far cadere il governo subito, ma non si sono sentiti la responsabilità di farlo.

Ore 22:38: Santoro allarga il discorso del “complotto tedesco” facendo vedere come la Merkel reagì a Berlusconi che si allontana al cellulare ed offre un’ancora di salvezza a Berlusconi che racconta un retroscena sulla sua mediazione con il premier turco Erdogan per accettare il danese Rasmussen alla guida della Nato, nonostante la Danimarca offrisse spazio ad una radio clandestina curda.

Ore 23:25: Dopo essere andati di spada e fioretto, si intravedono le scimitarre dietro la schiena. Santoro e Berlusconi hanno qualcosa con cui fare a pezzi l’avversario ma lo tengono nascosto. Inizia l’intervento di Travaglio con un lungo intervento sulle amicizie sbagliate, da Mangano a Previti fino a Squillante e Previti. E qui, si assiste al momento più alto del’intera puntata.

Travaglio ha l’occasione della vita, e non fa una domanda al premier, ma ammette che molte cose, sulla mafia, sui rapporti con personaggi scomodi e su altre cose, non ha avuto il coraggio di parlare, rinfacciandogli come nel 1994 aveva davvero un programma che avrebbe potuto cambiare le cose e lo rimprovera di non aver avuto quel coraggio, con cui oggi avremmo potuto vivere tutti meglio. E’ un guizzo, Travaglio buca la cortina del politico e arriva al cuore dell’uomo, dagli occhi di Berlusconi traspare la commozione per un intervento diretto, ma lascia pochi secondi, non concede all’avversario la possibilità di avere risposta.

Ore 23:30: Berlusconi si siede al posto di Travaglio e legge una lettera scritta da Bonaiuti, difende Dell’Utri affermando che la sua unica colpa è essere nato a Palermo, dove se stringi una mano di troppo finisci nei guai. Inizio pessimo che prosegue con la battuta di Berlusconi che per chiamare Mediaset non chiama il centralino, come se non conoscesse i dirigenti e afferma che fu colpa di Travaglio se litigò con Montanelli, autodefinendosi il core business del giornalista.

Ore 23:45: da abili registi, sul finire accade quello che tutti aspettavano. E’ Santoro ad andare in escandescenza mentre Berlusconi elenca tutte le querele ricevute da Travaglio. Viene stoppato brutalmente, si alzano in piedi, Santoro accusa Berlusconi di aver violato le regole che si erano dati, Berlusconi accenna al saluto, Santoro non gli stringe la mano, Berlusconi torna a sedersi sulla sua sedia, occupata da Travaglio e la pulisce con un gesto poco elegante. Mossa evitabile da entrambe le parti, ma ne esce meglio il Cavaliere.

Ore 23:54: Le azioni di Berlusconi sono tornate a crescere dal suo ritorno in scena, nonostante il rosso di Mediaset, in borsa il titolo ha ripreso il 60% del suo valore, andando ben oltre i dati di crescita generale del listino di Milano. Altro dato incontrovertibile, il valore delle sue holding private è dato in continua crescita. Berlusconi non commenta.

Ore 23:59: Berlusconi si avvia ad uscire, stringe la mano a Santoro che lo rimprovera di come si sia persa l’occasione per un confronto leale, suggerendo di lasciar perdere i cattivi consigli di chi gli sta attorno e di proseguire con le sue idee, in modo da rendere gli scontri, anche quelli duri, più civili. Arriva il momento di Vauro, che chiude con le sue divertenti e cattive vignette, con il sottofondo iniziale di “Bandiera Rossa”.

In conclusione, lo spettacolo è stato assicurato perché tutto quello che ci si aspettava è stato visto. Santoro e Berlusconi hanno avuto alcuni momenti in cui hanno detto cose inesatte e si sono dovuti correggere in corsa, mentre è di sicuro impatto, per chi volesse approfondire, l’intervento di Tremonti sul retroscena della lettera di Mario Draghi, scritta da un membro del Governo per “commissariare” l’allora ministro del Tesoro e che avviò una spirale di sfiducia che portò a far degenerare le cose.