Recensione: Quello che so sull’amore

Dopo aver dimostrato il suo non più discusso talento regalando al mondo eccellenti lavori come “L’Ultimo Bacio” e “Sette Anime”, Gabriele Muccino torna sul grande schermo con un’opera che riprende le corde degli albori della sua carriera. Una sorta di involuzione controllata dello stile gli permette, infatti, di toccare corde dell’animo umano che non faceva vibrare da ormai troppo tempo. Un cast corposo nel quale spiccano nomi come Gerard Butler e Uma Thurman, arricchito, inoltre, da talenti quali Dennis Quaid e Jessica Biel. E la lista è ancora lunga.

Promessa mancata del mondo calcistico, George Dryer è costretto a rinunciare alla sua brillante carriera e ai sogni di gloria a causa di un infortunio. Neodisoccupato, single e reduce da un matrimonio finito disastrosamente, il protagonista cerca di reinventare la sua vita, provando ad affermarsi come cronista sportivo.

Il caso vuole che, conseguenzialmente ad uno dei suoi tentativi di trovare un lavoro stabile, lui si trasferisca nelle vicinanze dell’abitazione della sua ex moglie e di suo figlio Lewis. Voglioso di cambiare e di redimersi da una vita di superficialità ed eccessi, George cercherà di riconquistare suo figlio e accetterà di allenare la squadra di Lewis per portarla alla vittoria e, in concomitanza, dovrà far fronte alle “attenzioni” rivoltegli da molte donne avvenenti e divorziate o, addirittura, ancora sposate, le quali non intendono lasciarsi scappare un così bello e atletico scapolo.

Il film si regge su Gerard Butler il quale, nonostante sia ormai abituato a questo genere di opere, non fornisce una delle sue migliori interpretazioni. Sommariamente, tutto il cast, nel suo insieme, delude. La trama è scontata e banale. Muccino ha deciso di riallacciarsi alla sua America nel modo sbagliato, poiché ha portato al cinema un’opera scontata, sterile e ricca di tutti quei luoghi comuni che solo gli americani sanno offrire.